Svizzera

Timbal: “Servirà una riorganizzazione”

Le considerazioni del direttore RSI in seguito alla decisione del Governo federale di ridurre gradualmente il canone radiotelevisivo: “La misura toccherà profondamente l’azienda, l’offerta e gli impieghi”

  • 19 giugno, 20:01
  • 20 giugno, 09:16
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Canone Radio-TV a 300 franchi, le reazioni

Telegiornale 19.06.2024, 20:00

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Di: TG/ATS/RSI Info 

“C’è ancora un grosso margine di incertezza, soprattutto per quanto riguarda i prossimi due anni”. Sono le parole del direttore RSI Mario Timbal, in seguito all’odierna decisione del Consiglio federale di schierarsi contro l’iniziativa popolare “200 franchi bastano!”, ma proponendo una riduzione a 300 franchi all’anno del canone radiotelevisivo.

“Questa situazione ci obbliga al momento a lavorare su più livelli. Da un lato stiamo finalizzando misure di contenimento e riduzione della spesa per i prossimi due anni, dall’altro stiamo lavorando a una ridefinizione del servizio pubblico mediatico, perché con meno risorse finanziarie è chiaro che non potremo operare con lo stesso mandato attuale”, afferma Timbal.

Il direttore RSI saluta comunque positivamente il fatto che il Governo federale abbia respinto l’iniziativa “200 franchi bastano!”, promossa da UDC, Unione svizzera delle arti e mestieri, e giovani PLR. “Ora saremo molto attenti all’iter parlamentare, quindi alle discussioni che si svilupperanno attorno all’iniziativa e a un eventuale controprogetto”, che è stato evocato anche dal consigliere federale Albert Rösti.

Con un taglio del canone del 15-20%, si parla di un centinaio di posti di lavoro in meno in Ticino. “È la cifra che si ha con un calcolo proporzionale, ma stiamo facendo un lavoro a livello nazionale e regionale, e senza tutti i dati non è ancora possibile fare una stima. È però chiaro che sono quelle le unità di misura”, dice ancora Timbal, sottolineando che “per la SSR e per la RSI come unità aziendale, la misura è sicuramente qualcosa che andrà a toccare profondamente l’azienda, l’offerta, gli impieghi, e implicherà una riorganizzazione”.

02:35

Il governo vuole il canone a 300 franchi

Telegiornale 19.06.2024, 20:00

Le reazioni

Molti non gradiscono che il Governo intenda agire per ordinanza e ignorando la procedura di consultazione. C’è preoccupazione a sinistra, con il PS secondo cui indebolire la SSR non ha senso: un servizio pubblico forte in ambito mediatico è una necessità assoluta in una democrazia. I Verdi ritengono che, agendo via ordinanza, il capo del Dipartimento federale delle comunicazioni (DATEC), Albert Rösti, stia bypassando il Parlamento.

La riduzione del canone è in contrasto con l’attuale concessione per la SSR, con l’esito della procedura di consultazione e con le decisioni delle competenti commissioni parlamentari, scrive l’Unione sindacale svizzera (USS). E parla di indebolimento ancora più marcato del settore culturale e mediatico svizzero nel suo complesso.

L’altra federazione sindacale, Travail.Suisse, non ritiene che l’abbassamento del canone possa contrastare l’iniziativa popolare. Propone invece che il Parlamento “elabori un solido controprogetto indiretto”.

Per il Sindacato svizzero dei massmedia (SSM), la decisione del Governo è “scioccante”, un “attacco massiccio” al servizio pubblico radiotelevisivo in Svizzera. Ignorando le raccomandazioni delle commissioni e senza attendere i dibattiti parlamentari e il voto sull’”Iniziativa SSR”, il Consiglio federale sta privando le emittenti pubbliche di ingenti risorse finanziarie, senza alcuna necessità o giustificazione credibile.

Anche il mondo dello sport non lesina critiche. Swiss Olympic (l’ente che è simultaneamente Comitato nazionale olimpico e Associazione delle federazioni sportive svizzere che rappresentano discipline olimpiche e no) si rammarica per la riduzione del canone, che rischia di portare a una copertura sportiva significativamente minore e meno diversificata.

Contraria, ma per motivi diversi, anche l’Unione svizzera arti e mestieri (USAM) secondo cui la proposta del Consiglio federale “non modifica in alcun modo l’inaccettabile doppia imposizione delle imprese ed è puramente cosmetica”. Il canone per le aziende continua infatti a dipendere dal fatturato. La riduzione generale del canone per le famiglie è invece gradita, soprattutto in un periodo di aumento dei prezzi. Tuttavia, finché il canone non sarà completamente abolito, l’USAM continuerà a sostenere l’iniziativa “200 franchi bastano!”.

07:16

Il Governo punta sul canone a 300 franchi

SEIDISERA 19.06.2024, 18:29

  • Keystone

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