Svizzera

Governo: no a iniziativa 200 franchi, sì a riduzione del canone

È la posizione del Consiglio federale dopo la consultazione: la prima è “eccessiva”, mentre la diminuzione avverrà gradualmente entro il 2029 – Concessione SSR prorogata fino a fine 2028

  • 19 giugno, 14:58
  • 22 giugno, 16:43

Il governo vuole il canone a 300 franchi

Telegiornale 19.06.2024, 20:00

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Di: dielle

No all’iniziativa popolare “200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)” e sì a una riduzione graduale del canone radiotelevisivo a carico delle economie domestiche entro il 2029. È quanto propone il Consiglio federale.

Premettendo che la SSR “ha bisogno di risorse finanziarie sufficienti per poter proporre un’offerta giornalistica equivalente in tutte le regioni linguistiche”, per quanto riguarda l’iniziativa che chiede la drastica riduzione a 200 franchi del canone e la totale esenzione delle aziende - proposta dall’UDC, dall’Unione svizzera delle arti e mestieri e dai Giovani PLR -, il Governo la ritiene “eccessiva”. La quota del canone destinata alla SSR si ridurrebbe infatti a circa 630 milioni di franchi, con conseguenze troppo gravi per l’offerta SSR e per il suo radicamento nelle diverse regioni linguistiche.

Riduzione progressiva del canone entro il 2029

Nonostante il Consiglio federale sia favorevole a una SSR forte, d’altra parte vuole anche – assecondando le richieste degli iniziativisti – “sgravare le economie domestiche e le imprese”. In questo senso, l’ordinanza proposta dal consigliere federale Albert Rösti che prevedeva una riduzione del canone a 300 franchi, è stata modificata in due punti. Il primo riguarda proprio la gradualità della riduzione della spesa a carico delle economie domestiche: dal 2027 verrà diminuito da 335 a 312 franchi, per poi passare a 300 franchi dal 2029. L’attuale importo di 335 franchi rimarrà invece invariato per i prossimi due anni.

La seconda modifica riguarda le imprese e intende alzare la soglia per il pagamento del canone: dagli attuali 500’000 franchi di fatturato si passerà a 1,2 milioni. “In questo modo, a partire dal 2027, circa l’80% delle imprese soggette all’IVA non pagheranno più il canone” scrive il Governo.

In generale, secondo i calcoli del Consiglio federale, si passerà da una quota relativa al canone di 1,319 miliardi di franchi di quest’anno a 1,2 miliardi nel 2029, con una riduzione di circa 120 milioni. “In futuro alla SSR non potrà più essere garantita l’indennità di rincaro, o non più completamente, ciò le causerà un ulteriore ammanco in termini di entrate” aggiunge la nota.

Concessione prorogata fino a fine 2028

Il Governo ha pure deciso di prorogare fino a fine 2028 l’attuale concessione della SSR, che scade alla fine di quest’anno, in quanto il nuovo quadro finanziario per il servizio pubblico dei media risulterà chiaro solo dopo la votazione sull’iniziativa SSR.

Per il 2029 e gli anni a seguire verrà poi elaborata la nuova concessione in base alle risorse disponibili, che “preciserà il mandato della SSR orientandolo maggiormente all’informazione, all’istruzione e alla cultura, nonché alle nuove abitudini di fruizione del pubblico. L’offerta online si concentrerà maggiormente sui contenuti audio e audiovisivi”.

Infine, il Consiglio federale ha pure concluso un nuovo accordo per il biennio 2025/26 sulle prestazioni SSR destinate all’estero, che comprende le due piattaforme Internet Swissinfo e tvsvizzera.it nonché la collaborazione con i canali televisivi internazionali TV5MONDE e 3sat. I costi di questi programmi sono sostenuti in parti uguali (19 milioni di franchi ciascuno) da SSR e Confederazione ma, a causa delle misure di risparmio stabilite da Berna e del minor peso dato al rincaro, “il quadro finanziario del nuovo accordo 2025/26 è più rigido rispetto a quello dell’accordo ‘23/’24”, anche se “l’offerta giornalistica rimane invariata”.

Canone Radio-TV a 300 franchi, le reazioni

Telegiornale 19.06.2024, 20:00

SSR, presa di posizione in chiaroscuro

“La SSR è pronta a dimostrare ancora una volta, dopo l’iniziativa ‘No Billag’, il valore aggiunto del servizio pubblico audiovisivo per la società”. È quanto fa sapere l’azienda, che accoglie con favore la chiara presa di posizione del Consiglio federale contro l’iniziativa popolare “200 franchi bastano!”. Un’iniziativa - quella avanzata da UDC, Unione svizzera delle arti e mestieri, e Giovani PLR - che porterebbe a una forte riduzione del budget della SSR e con cui “l’attuale configurazione decentralizzata e la varietà dell’offerta dell’emittente di servizio pubblico non sarebbero più finanziariamente sostenibili”.

La contromisura del Consiglio federale, che prevede invece una riduzione del canone a 300 franchi all’anno e un esonero dal pagamento per le aziende con fatturato fino a 1,2 milioni di franchi, non sarà comunque priva di conseguenze. Ed è proprio queste conseguenze che ora la SSR si appresta ad analizzare in dettaglio, in modo da avviare le necessarie misure. “Si tratta di un lungo processo”, sottolinea l’azienda, assicurando che farà “il massimo, entro i limiti delle risorse finanziarie a sua disposizione, per continuare a garantire a tutte le regioni del Paese un servizio pubblico diversificato e di alto livello qualitativo”.

La SSR è comunque costretta ad adottare già a breve termine nuove misure di risparmio, indipendentemente dalla decisione del Consiglio federale di ridurre il canone. “Le ragioni vanno cercate nel calo dei proventi pubblicitari e nell’inflazione” conclude l’azienda.

Il Governo punta sul canone a 300 franchi

SEIDISERA 19.06.2024, 18:29

  • Keystone

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Notiziario 19.06.2024, 15:00

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