Svizzera

Tutti pazzi per il clima

Aumentano le proteste e alcuni scelgono azioni eclatanti, come ieri al San Gottardo - Ma non tutti sono d'accordo sui metodi

  • 8 aprile 2023, 19:03
  • 24 giugno 2023, 06:29
03:48

SEIDISERA del 08.04.2023 - La diretta di Laura Dick

RSI Info 08.04.2023, 18:29

  • Archivio Keystone
Di: SEIDISERA/Laura Dick/Natda 

Una decina di simpatizzanti del gruppo per il clima "Renovate Switzerland" ha bloccato venerdì il portale nord dell'autostrada del Gottardo. Non è stato un caso isolato. Le proteste per il clima sono in crescita ovunque in Europa, così come il numero di gruppi che esigono maggiore attenzione verso le questioni ambientali. La Svizzera segue questa scia.

Una realtà molto diversificata

Sono molti i gruppi apparsi negli anni a sostegno di questa causa. Prima dell'esplodere della pandemia di COVID tutti parlavano dei "Friday for future", gli scioperi - prevalentemente di giovani - preoccupati per il futuro del pianeta; la loro leader carismatica: l'adolescente svedese Greta Thunberg. Poi è arrivato "Extinction Rebellion", che ha inaugurato la fase della disobbedienza civile.

"Renovate Switzerland", è nato da un anno e coinvolge persone di tutte le età. Le azioni del gruppo sono spesso controverse e al limite dell'illegalità o oltre, allo scopo di attirare l’attenzione, anche sui social. Se questa strategia sia efficace o meno - e anche se sia legittima - è oggetto di discussione.

Il movimento si inserisce in una rete più estesa, chiamata "A22", che segue gli stessi principi e metodi. Della rete fa parte anche il gruppo italiano "Ultima generazione", che vuole la fine dei sussidi pubblici ai combustibili fossili.

“Dichiarare l’emergenza climatica e accelerare il rinnovo degli edifici”

"Renovate" chiede soprattutto due cose: che la Svizzera dichiari lo stato di emergenza climatica e che si acceleri l'adeguamento energetico degli edifici. Attualmente, esiste un programma federale di risanamento, ma procede con molta lentezza. Lo stesso Ufficio federale dell’ambiente, che ne è responsabile, ha ammesso che l’obiettivo fissato per il 2020 non è stato raggiunto: solo il 50% degli edifici destinati all'adeguamento è stato effettivamente adattato; a questo ritmo il progetto sarà completato solo nel 2050. Negli ultimi tempi si segnala un sempre maggiore interesse dei proprietari per impianti "green" di generazione e riscaldamento, come i pannelli fotovoltaici e le pompe di calore. Il segnale è positivo, ma la strada rimane lunga.

Una frammentazione pericolosa?

La pletora di gruppi e rivendicazioni rischia di creare confusione o far pensare che la galassia ecologista sia frammentata. In realtà, i vari movimenti sono sostanzialmente d’accordo sulle principali rivendicazioni e si sostengono a vicenda.

“Abbiamo tutti lo stesso cuore, ma interpretiamo la crisi del clima in modo diverso ed agiamo di conseguenza", afferma Larissa Bison del gruppo elvetico "Sciopero per il clima". "Abbiamo età, provenienze e modi di pensare diversi. Penso sia proprio questa il bello: la diversità. Non allontana le persone, ma le avvicina”.

L’utilizzo della disobbedienza civile è un tema controverso

“Sciopero per il clima” preferisce farsi sentire attraverso vie legali, come petizioni o manifestazioni pubbliche. “La disobbedienza civile non è una strategia adatta a tutti, la nostra sezione non vi fa ricorso, perlomeno non abitualmente, ma siamo solo una delle tante in Svizzera”.

Tali azioni possono infatti generare tensioni. Le persone rimaste bloccate ieri sulla A2 al San Gottardo non erano sicuramente entusiaste dell'esperienza. “La disobbedienza civile esiste già da molto tempo: pensiamo a Gandhi, in India, nel 1930 o alle suffragette in Inghilterra. È un metodo la cui efficacia è stata dimostrata. Noi non lo impieghiamo, però lo comprendiamo”, conclude Larissa Bisson.

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