Svizzera

UBS-CS, la parola ai partiti sui 3'000 tagli

A sinistra si parla di "operazione frettolosa", mentre la destra chiede di rafforzare il ruolo della FINMA - Il Consiglio federale tra rammarico e soddisfazione

  • 31 agosto 2023, 18:43
  • 13 settembre 2023, 11:24
02:38

UBS: le reazioni della politica

SEIDISERA 31.08.2023, 18:36

  • Keystone
Di: SEIDISERA/Driussi/Red.MM 

L'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS comporterà probabilmente un totale di 3'000 licenziamenti in Svizzera, che avverranno gradualmente a partire dal 2025, come ha spiegato giovedì il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti.

Una situazione in cui, secondo il capo del Dipartimento dell’economia, Guy Parmelin, il bicchiere può essere visto mezzo pieno o mezzo vuoto. Le sue parole sembrano però riempire il bicchiere ad almeno due terzi: "L'impatto sul mercato del lavoro – ha affermato – non dovrebbe essere drammatico, a maggior ragione se guardiamo agli attuali 6'000 posti vacanti nel settore bancario".

Per quanto riguarda la posizione dominante di UBS, i rischi di ulteriori terremoti futuri e quindi la necessità di intervento sulle regole del gioco, il Consiglio federale invita ad attendere l'esito delle analisi e delle inchieste in corso.

01:21

Parmelin: governo dispiaciuto per "licenziamenti inevitabili"

Telegiornale 31.08.2023, 20:00

Le reazioni dai partiti

C'è prudenza anche da parte dei partiti, con qualche acuto polemico, a iniziare dal presidente del PS Cédric Wermuth, che a posteriori parla di “un'operazione frettolosa, eseguita senza sforzarsi di lasciare a Credit Suisse il mercato svizzero, permettendo quindi un minimo di concorrenza”. Di certo, per il suo collega Baptiste Hurni, “bisognerà mettere mano alle leggi, perché le norme ‘too big to fail’ non sono servite”.

02:24

Le reazioni del mondo politico

Telegiornale 31.08.2023, 20:00

Ma la fiducia – che è il problema dietro la vicenda Credit Suisse – “non è qualcosa che si decreta per legge”, ribatte il PLR Christian Lüscher, il quale apre comunque a qualche novità: “Se c'è da cambiare qualcosa, lo si farà” dice. “Ma attenzione a non compromettere la concorrenzialità di UBS nei confronti delle grandi banche estere”.

Fra gli interventi di cui già si parla da tempo c'è l'aumento del capitale proprio, caldeggiato in particolare dal PS e dall'Alleanza del Centro, il cui capogruppo Philipp Matthias Bregy, dal canto suo, commenta: “Date le esigenze del mercato, la soluzione presentata oggi è probabilmente la migliore. Avrei però preferito ci si prendesse un po’ più di tempo". L'UDC, per bocca del capogruppo Thomas Aeschi, torna invece a prendersela con la FINMA: “Non ha vigilato a sufficienza su Credit Suisse: In futuro bisognerà rafforzare il suo ruolo”.

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UBS, Credit Suisse e i 3.000 tagli previsti

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