C'è scetticismo fra i cantoni in merito ai negoziati sull'accordo quadro con l'UE. A sottolinearlo è stato venerdì Benedikt Würth, attuale presidente della Conferenza dei governi cantonali (CdC). Una posizione formale in materia, ha anticipato il ministro sangallese, sarà espressa solo a fine marzo.
Le riserve, in particolare, concernono il campo degli aiuti statali, come pure la possibile ripresa della direttiva europea sulla cittadinanza. Quest'ultima, che verte sulla libera circolazione dei cittadini dell'UE, "potrebbe porre problemi per quanto riguarda l'aiuto sociale, il diritto di soggiorno o l'espulsione di criminali stranieri", ha dichiarato Würth, aggiungendo che si tratterà ora di esaminare meglio il quadro della situazione per soppesare costi e benefici.
I cantoni, insomma, prendono tempo. Verificare l'accettabilità dell'accordo, ha affermato il consigliere di Stato, attiene non solo alla politica estera ma anche a quella interna. Fra i due ambiti occorre individuare un equilibrio, ha quindi sottolineato. Affinché la CdC possa sostenere l'accordo, occorre l'approvazione di almeno 18 cantoni.
RG/ATS/ARi