Anche i sindacati, dopo gli ambienti economici, chiedono al Consiglio federale una strategia di uscita dal semi confinamento: la popolazione è stanca e preoccupata per il proprio futuro, ha affermato dalle colonne del Blick il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS), Pierre-Yves Maillard.
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Numerosi posti di lavoro sono in pericolo a causa delle misure contro la diffusione del nuovo coronavirus e molte persone devono tirare avanti accontentandosi solo di una parte del loro salario. Stando a Maillard, rassegnazione e depressione si stanno diffondendo nella popolazione e il Governo gode sempre di meno sostegno.
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Ecco perché è indispensabile, secondo il consigliere nazionale socialista ed ex ministro della sanità vodese, una strategia di uscita a partire da marzo, quando scadranno le attuali misure di contenimento (come la chiusura di bar e ristoranti, nonché centri culturali e per il tempo libero).
Cosa fare, dunque? Viste le attuali cifre in merito alla pandemia, secondo Maillard dovrebbero essere possibili i primi allentamenti a partire da marzo, specie per quanto riguarda le attività sportive, indispensabili per i giovani, e i musei. A detta del sindacalista, il Consiglio federale deve porsi degli obiettivi. Se basta vaccinare i gruppi a rischio, allora deve essere possibile anticipare le aperture.
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Se invece l'Esecutivo crede che sia prima necessario immunizzare il 60-70% della popolazione, allora la logica dello shutdown prevarrà ancora per molto. Ma per fare ciò è indispensabile una ampia legittimità democratica. L'importante è, secondo il deputato, che l'esecutivo parli chiaramente. In ogni caso, ha rammentato, una strategia a rischio zero è impossibile.
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