Deve essere ridotto il numero delle ammissioni al servizio civile. Va in questo senso la revisione di legge che il Consiglio federale ha trasmesso al Parlamento oggi, mercoledì, proponendo una serie di misure.
Fra queste, nel dettaglio, figurano un minimo di 150 giorni di servizio, l’obbligo di impiego annuale a partire dall’ammissione e l’obbligo di terminare il periodo d’impiego di lunga durata - se la domanda è presentata durante la scuola reclute - entro l’anno civile successivo al passaggio in giudicato della decisione d’ammissione.
Le misure in questione erano già integrate in un progetto che il Consiglio nazionale respinse però di misura nel 2020. Tuttavia le Camere, nel 2023, adottarono una mozione dell’UDC che chiedeva di aumentare gli effettivi dell’esercito, prendendo misure concernenti il servizio civile.
Con la revisione di legge viene così assicurata l’applicazione della norma costituzionale secondo cui non vi è libertà di scelta tra servizio militare e quello civile sostitutivo.
Passaggio al servizio civile: i riscontri di uno studio
Sempre oggi sono stati resi noti gli esiti di uno studio legato alle motivazioni del passaggio al servizio civile. Sono ogni anno circa 11’000 le persone che lasciano l’esercito prima di aver terminato l’obbligo di servizio. E il 60% di queste passa al servizio civile.
I risultati della ricerca indicano che, rispetto al servizio civile. un impiego nell’esercito viene percepito come meno utile: solo il 48% dei civilisti, infatti, reputa che il servizio militare offra attività interessanti. Inoltre l’85% dei civilisti con esperienza nell’esercito percepisce il servizio militare come meno conciliabile con la vita civile.
Di converso, più del 90% di coloro che prestano servizio civile ritiene che i propri impieghi siano ben conciliabili con la vita privata.