Sul fronte delle votazioni federali, dopo un 2024 davvero intenso, si prospetta un anno particolarmente tranquillo. All’orizzonte, infatti, ci sono per ora appena due appuntamenti alle urne. Tutto il resto non è ancora maturo per lo scrutinio e non è detto che lo diverrà nei prossimi mesi.
Fra poco più di un mese, come da programma, si voterà sull’iniziativa che concerne la responsabilità ambientale. E in seguito si andrà probabilmente alle urne per una modifica della Costituzione federale: il referendum obbligatorio che concerne la nuova imposta immobiliare per le case di vacanza, quale compensazione ai cantoni di montagna per l’abolizione del valore locativo sulle residenze secondarie.
Per il resto non si prospettano referendum facoltativi, visto che non è in corso alcuna raccolta di firme. Riguardo invece a iniziative popolari, o la raccolta delle sottoscrizioni è ancora in corso, oppure il Parlamento non ha ancora iniziato o terminato l’esame dei relativi testi.
Ma la musica cambierà nel 2026. Per l’anno successivo infatti si voterà di più, anche perché potrebbe in parte ripetersi quanto si è verificato nell’ultimo biennio: con oggetti rimasti indietro nelle agende di Palazzo federale e poi recuperati tutti assieme.
Sono però le scadenze tecniche su grandi temi di politica federale a determinare le scadenze per l’anno prossimo. E sono in particolare temi targati UDC: l’iniziativa per la neutralità, quella contro una Svizzera da 10 milioni di abitanti e quella per la riduzione a 200 franchi del canone radiotelevisivo. Non è infine escluso che si vada a votare sul nucleare, ovvero sull’abolizione del divieto di costruzione di nuovi impianti atomici.