La Confederazione sta preparando il terreno per autorizzare prove circoscritte di raccolta di firme elettroniche per iniziative e referendum.
L’orientamento, annunciato dal Consiglio federale oggi, mercoledì, è stato preso sulla scorta di un rapporto su opportunità e rischi. La Cancelleria federale è stata quindi incaricata di elaborare un progetto preliminare in vista di una sperimentazione pratica.
L’attuale sistema cartaceo per la raccolta delle firme presenta un potenziale per essere modernizzato, si legge in questa relazione, che tiene conto dei recenti casi di presunta falsificazione di firme per delle iniziative promosse a livello federale.
Tuttavia, osserva il Governo, il modello digitale “presenta nuovi rischi” e la sua “affidabilità e la fiducia che i cittadini possono riporre in esso dipendono in misura molto larga dalla sua concezione”.
Firme a pagamento, “no” a un divieto
A proposito di firme, rispondendo in forma scritta a due mozioni provenienti dai ranghi del PS il Consiglio federale ha ribadito mercoledì la sua contrarietà alla pratica della raccolta a pagamento di firme per iniziative e referendum. Una messa al bando, secondo il Governo, potrebbe persino ostacolare i comitati promotori finanziariamente deboli, perché l’invio di un gran numero di formulari rischierebbe di costare loro di più. Sono state respinte anche altre proposte in questo ambito, come quella del grigionese Martin Candinas (Centro) in favore del diritto del cittadino di sapere se la sua sottoscrizione figura a sostegno di una proposta.
Verso un codice di condotta per la raccolta di firme
Telegiornale 30.10.2024, 20:00