Svizzera

Un colpo al morale e uno al borsello

La pandemia ha peggiorato le condizioni di vita soprattutto dei giovani e di chi ha un reddito basso - Per il 10% degli svizzeri però sbarcare il lunario è stato più facile: si è speso meno

  • 6 ottobre 2021, 13:00
  • 20 novembre, 19:31
Le entrate sono diminuite per oltre il 35% degli occupati nei servizi di alloggio e di ristorazione

Le entrate sono diminuite per oltre il 35% degli occupati nei servizi di alloggio e di ristorazione

  • Keystone
Di: Diem 

Gli svizzeri che non sono stati colpiti direttamente dal Covid-19 nella salute o negli affetti, nella prima parte di quest'anno hanno avvertito soprattutto due effetti negativi della pandemia che ha peggiorato le condizioni di vita in particolare per i giovani e le persone con redditi bassi. Il primo ha toccato oltre il 40% della popolazione in termini di peggioramento del morale con una quota che tra i 16-24enni arriva al 55%. L'altro ha colpito il portamonete: secondo il 20% dei residenti il reddito della propria economia domestica è diminuito. Ciò che, però, non ha provocato un aumento delle persone che hanno difficoltà a sbarcare il lunario. Anzi. Tra il 2019 e il 2021 la quota di coloro che dicono di essere riusciti a coprire tutte le proprie spese facilmente o molto facilmente è aumentata dal 48,4 al 57,9%. Un'evoluzione spiegabile dato che lockdown e restrizioni varie hanno determinato un generale calo dei consumi e spesso si è rinunciato a viaggi, attività ricreative nonché alle uscite gastronomiche e culturali.

04:23

Preoccupa il disagio giovanile

Il Quotidiano 05.10.2021, 21:00

Meno felici

La fotografia sulle conseguenze del Covid per i redditi e le condizioni di vita in Svizzera emerge dagli ultimi risultati ottenuti dall’Ufficio federale di statistica tramite un'analisi sperimentale. Nella prima metà di quest'anno, la situazione determinata dalla terza ondata di contagi e dalle misure introdotte per tentare di contenere la diffusione del coronavirus, ha avuto poche ripercussioni sul grado di soddisfazione, generalmente elevato, espresso dalla popolazione riguardo alle relazioni personali e alla propria salute. Però dall’inizio della crisi sanitaria, la quota di persone che si dicono tendenzialmente felici è significativamente diminuita e nella prima metà del 2021 si attestava al 73,9% (rispetto al 79,2% registrato prima del confinamento parziale).

Quasi la metà ha lavorato da casa

Sin dall’inizio della pandemia, quasi il 50% della popolazione occupata ha avuto la possibilità di lavorare sempre o almeno parzialmente a domicilio. Ma tra i vari gruppi di popolazione ci sono notevoli differenze. Il 67,7% delle persone con un titolo di livello terziario e il 72,3% di quelle con i redditi autovalutati tra i più alti hanno potuto telelavorare. Una quota nettamente maggiore rispetto a quella delle persone di origine straniera (39,9%), di chi valuta il proprio reddito come basso (31,7%) e di chi non ha una formazione postobbligatoria (16,6%).

Superate gran parte delle preoccupazioni legate al futuro

Le molte preoccupazioni in merito all'evoluzione della situazione finanziaria e l'insicurezza per il futuro professionale emerse lo scorso anno nel frattempo sembrano essere state superate. La quota della popolazione occupata che valuta molto basso il rischio di perdere il posto di lavoro è salita dal 53,5% al 60,5%, pur rimanendo al di sotto del livello prepandemia (64,6%). Ma il miglioramento delle prospettive non tocca tutti. La percezione soggettiva di sicurezza del posto di lavoro non è affatto tornata ai livelli precedenti in particolare per gli stranieri e chi parla francese.

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Ancora manifestazioni per le strade di Berna

Telegiornale 01.10.2021, 14:30

Una generale tendenza al ritorno alla "normalità" si riscontra nell'evoluzione della fiducia nel sistema politico che, raggiunto l'apice all'inizio della crisi legata al Covid-19, in seguito è leggermente calato.

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