Alzare di un punto percentuale l’IVA: questa la mozione avanzata dal consigliere agli Stati Benedikt Würth per finanziare una parte della 13esima AVS e il potenziamento dell’esercito.
Nel concreto, il testo propone due aumenti del tasso per un periodo limitato di cinque anni: lo 0,6% andrà a favore dell’AVS, mentre il restante 0,4% sarà destinato all’esercito.
Così pensata, la mozione non riuscirebbe a soddisfare le spese di finanziamento previste per i due settori. All’AVS andrebbero sì oltre due miliardi di franchi all’anno, ma non sarebbero in grado di compensare l’invecchiamento. Mentre l’esercito, che riceverebbe circa un miliardo e mezzo di franchi l’anno, necessiterebbe ancora di 400 milioni per raggiungere i suoi obiettivi di rafforzamento.
Fabio Regazzi, consigliere agli Stati ticinese e presidente dell’Unione svizzera arti e mestieri, lascia la porta aperta: “Bisognerà sicuramente risparmiare, ma realisticamente credo che non sia sufficiente: per cui occorrerà forzatamente aumentare anche delle imposte o delle tasse”.
La sinistra, che preferirebbe aumentare i prelievi sui salari rispetto all’IVA, avanza diverse critiche. “È una proposta poco seria: è la seconda idea nata in pochi giorni dopo il patto da 15 miliardi su esercito e aiuti all’Ucraina, oramai già cestinato”, ha dichiarato il co-presidente del Partito socialista Cédric Wermuth.
La proposta di Würth in ogni caso dovrà superare un eventuale votazione popolare, perché l’aliquota dell’IVA (attualmente all’8,1% sul fatturato normale) è fissata nella Costituzione: per una modifica il referendum è obbligatorio.