In Israele si partirà nei prossimi giorni con la somministrazione del secondo richiamo del vaccino anti-Covid-19, che equivale alla quarta vaccinazione. A riceverla saranno le persone con oltre 60 anni, gli immunosoppressi e il personale curante.
La quarta somministrazione da martedì è raccomandata anche in Svizzera, ma solo per le persone gravemente immunosoppresse. È però verosimile che nel tempo la raccomandazione verrà estesa a tutta la popolazione, magari con un vaccino adattato contro la variante Omicron, come ha spiegato al Telegiornale il professor Alessandro Ceschi, primario dell'Istituto di scienze farmacologiche dell'Ente Ospedaliero Cantonale ticinese.
“Anche la Svizzera sta affrontando il tema, ma in modo più prudente rispetto a Israele – sottolinea il dottor Ceschi – Viene ora raccomandata una quarta dose di vaccino alle persone immunosoppresse, dopo quattro mesi dall’ultima inoculazione”.
In merito agli effetti collaterali provocati dai cosiddetti "booster" (le dosi di richiamo, ndr.) e dalla quarta dose, Ceschi spiega che: “Per quanto riguarda la terza somministrazione non sono stati riscontrati problemi di sicurezza, anzi c’è una tendenza ad avere minori effetti collaterali di tipo locale o sistemico rispetto alla seconda dose. Il tema della miocardite, l’infiammazione del muscolo cardiaco, resta però aperto e bisognerà affrontarlo con molta attenzione, ma non sembra esserci nessun aumento dell’incidenza. Quello che c’è da aspettarsi con un’ulteriore dose è difficile da prevedere, ma quello a cui assistiamo con il booster non sembra destare preoccupazione”.
Il prof. Alessandro Ceschi
È inoltre verosimile, secondo il primario, “che saranno necessarie ulteriori dosi affinché la risposta immunitaria nel tempo resti a un livello tale da poter prevenire decorsi gravi della malattia, così come malattie sintomatiche e la diffusione del virus nella popolazione”. Quello che andrà considerato è eventualmente “la somministrazione di una dose di vaccino adattata, specifica contro la variante Omicron: le principale ditte che hanno sviluppato i vaccini a mRNA stanno lavorando, è verosimile che per i primi mesi del 2022 arriveranno i dati di questi vaccini adattati”.
Con tutti questi richiami, la popolazione potrebbe perdere fiducia nel vaccino come soluzione alla pandemia? “È un tema complesso – risponde il professor Ceschi – ma quello che possiamo dire con chiarezza è che i vaccini hanno contribuito in modo significativo a prevenire decorsi gravi, ospedalizzazioni e decessi. Esistono dati chiari sulla loro efficacia; credo quindi che la fiducia della popolazione rimarrà valida”.
Omicron meno pericolosa? Difficile dirlo con certezza
Un nuovo studio proveniente dal Sudafrica sostiene che la variante Omicron, nonostante si diffonda molto più velocemente, provochi sintomi più lievi. Lo studio dell’Istituto nazionale delle malattie trasmissibili sudafricano suggerisce che le persone infettate da Omicron avevano molte meno probabilità di finire in ospedale rispetto a quelle con Delta. Circa l'80% in meno. Gli autori sottolineano che questo potrebbe però in parte essere dovuto all’immunità e anche alla giovane età della popolazione. Dei dati secondo molti esperti da prendere sempre con le pinze; anche il prof. Ceschi è di questo parere, e sottolinea che: "È un tema che si sta cercando di approfondire in tutto il mondo; da quello che so, non tutti i dati sembrano confermare con sicurezza questa indicazione preliminare"
"Omicron meno pericolosa? Difficile da dire con certezza"
Telegiornale 22.12.2021, 21:00