Svizzera

“Pressione ospedaliera rimarrà elevata”

Conferenza stampa degli esperti, Mathys: “Numeri sembrano rallentare, ma incognita Omicron” – “Circa 10-20% contagi con nuova variante, che colpisce tutti”

  • 21 dicembre 2021, 16:17
  • 20 novembre, 18:59
Patrick Mathys dell'Ufficio federale della sanità pubblica

Patrick Mathys dell'Ufficio federale della sanità pubblica

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Di: ATS/dielle 

Anche se il numero di infezioni sembra rallentare, nei prossimi giorni e settimane dovremmo assistere a un forte incremento dei casi dovuti alla variante Omicron del Covid-19. E la pressione sugli ospedali, e in particolare sulle cure intense, rimarrà elevata. Lo ha dichiarato martedì Patrick Mathys, dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) durante il consueto appuntamento settimanale coi media. A suo avviso, alla situazione di relativa calma attuale potrebbe seguire la tempesta.

Anche se il numero infezioni si è stabilizzato sotto i 10’000 casi al giorno, ha proseguito lo specialista, la Svizzera registra una delle incidenze del virus maggiori in Europa, con differenze cantonali pronunciate. Pecore nere rimangono i cantoni della Svizzera centrale e orientale. L'ondata pandemica, che ha interessato all'inizio soprattutto i giovani, si è oramai diffusa in tutti gli strati della popolazione.

A causa del ritardo tra l'infezione e il manifestarsi della malattia, gli ospedali rimangono sotto pressione; al momento oltre 300 malati di Covid - due terzi dei letti disponibili - sono in terapia intensiva. La situazione su questo fronte non dovrebbe insomma cambiare, anzi: la diffusione della variante Omicron - al momento dal 10-20% dei nuovi casi, soprattutto nei centri, con un raddoppio ogni 1-4 giorni - dovrebbe sfociare in un incremento dei malati e, quindi, delle ospedalizzazioni. Tale scenario si basa anche su quanto osservato in Gran Bretagna o in Danimarca, ha specificato Mathys.

Ora come ora, ha aggiunto Mathys, è importante rispettare scrupolosamente le regole di igiene, ossia lavarsi le mani e mantenere le distanze, come anche portare la mascherina. Soprattutto rimane importante farsi vaccinare e, per chi lo ha già fatto due volte, sottoporsi al richiamo.

Berger: "Omicron colpisce tutti"

I dubbi su Omicron sono poi stati ripresi anche da Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni, secondo il quale la nuova variante è più contagiosa della Delta e si diffonde molto rapidamente. Le persone vaccinate e curate non sono immuni da infezioni o reinfezioni, ha avvertito martedì Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni. Tutti i profili sono colpiti, compresi quelli che sono stati vaccinati e guariti.

“A mancare sono però ancora dati più approfonditi, per esempio non si sa se può portare a più morti e ricoveri rispetto alla variante Delta", ha detto ai media il presidente della Commissione per le vaccinazioni. La dose di richiamo, raccomandata ufficialmente martedì dalla Confederazione, tuttavia, aiuta ad aumentare il tasso di anticorpi e l'efficacia del vaccino al 75% o 80%, secondo Christoph Berger.

Gli over 65 e le persone a rischio dovrebbero avere la priorità per evitare complicazioni e ricoveri. Per le persone tra i 16 e i 65 anni, l'obiettivo è di evitare una circolazione troppo rapida del virus e sintomi significativi.

Hauri: “Infezioni principalmente nella sfera privata”

Il numero di casi di infezioni da coronavirus si sta "stabilizzando in modo precario", ha dichiarato da parte sua il presidente dei medici cantonali svizzeri Rudolf Hauri ai media, sottolineando le differenze tra i cantoni.

Gli ospedali sono sempre molto sollecitati e, sempre secondo il medico cantonale di Zugo, le infezioni si verificano principalmente nella sfera privata, durante attività sportive o eventi, ma focolai vengono identificati anche nelle case di cura e nelle scuole.

Le capacità di vaccinazione erano già state aumentate per la dose di richiamo e per la vaccinazione dei bambini, ha spiegato Hauri, e un ulteriore ampliamento avrà luogo ora che il richiamo è raccomandato a partire da quattro mesi dopo la seconda dose.

Il medico cantonale di Zugo ha infine parlato del reclutamento di personale specializzato supplementare: “Attualmente non è possibile mobilitarli alla stessa velocità e nella stessa misura in tutti i cantoni”.

00:43

Notiziario 15.00 del 21.12.2021 - Richiamo dopo quattro mesi per tutti

RSI Info 21.12.2021, 16:16

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