"Le misure di rappresaglia iraniane per l'uccisione del generale Suleimani sono certe, ma non saranno affrettate, Gli iraniani si prenderanno tutto il tempo necessario e colpiranno gli USA in Iraq o in Siria. Non si muoveranno senza calcolare bene le loro mosse. La peggiore delle ipotesi sarebbe un attacco rivolto verso l'ambasciata statunitense a Bagdad. Gli iracheni tenterebbero di impedirlo, ma non ne hanno le forze."
Sono risposte senza peli sulla lingua quelle che il 70enne Philippe Welti, ambasciatore svizzero in Iran dal 2004 al 2009, al settimanale Sonntagsblick che, nel suo ultimo numero, lo presenta come il massimo conoscitore della politica iraniana in Svizzera. Welti, oggi presidente della camera di commercio Svizzera-Iran, si esprime anche sull'eventualità di un ruolo attivo della Confederazione che oltre a rappresentare gli interessi degli Stati Uniti a Teheran, potrebbe tentare una mediazione nel conflitto tra l'Iran e gli USA.
"Ignazio Cassis ha tutto l'interesse a rimanersene fuori dai giochi- dice Welti al domenicale zurighese - perché se il nostro ministro degli esteri si immischiasse personalmente nelle questioni legate al mandato rappresentato dalla Svizzera in Iran, il nostro ruolo assumerebbe improvvisamente una dimensione politica". E questo, conclude l'ex diplomatico svizzero, "andrebbe oltre il compito affidato al nostro paese".
Crisi Usa-Iran, parla l'ex ambasciatore Welti
Telegiornale 05.01.2020, 21:00