“Contaminazione diffusa” di PFAS in Ticino

“Contaminazione diffusa” e “situazioni puntuali problematiche”: è quanto emerge dal rapporto cantonale sulla presenza di PFAS nell’ambiente, pubblicato giovedì dalla Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo (SPAAS) e dal Laboratorio cantonale (LC). Lo studio ha analizzato campioni di acque superficiali e sotterranee, acqua potabile, suolo, percolato di discariche e fauna ittica. Complessivamente i risultati rispecchiano quanto emerso in altre regioni della Svizzera.

Tra le situazioni note e confermate, figura la contaminazione della falda che alimenta il pozzo Prà Tiro a Chiasso e l’inquinamento da PFBA causato dal dilavamento di materiale da costruzione nella galleria di base ferroviaria del Ceneri. Residui significativi sono stati riscontrati anche in determinati suoli agricoli, verosimilmente per effetto dell’impiego passato di fanghi di depurazione come fertilizzanti. Le derrate alimentari prodotte su questi terreni sono comunque risultate conformi alla normativa vigente.

Nel comparto ittico, è stato rilevato un accumulo di PFAS in pesci catturati nei laghi Ceresio e Verbano. Alcune concentrazioni potrebbero limitarne la commerciabilità, ma i dati - raccolti su un numero ristretto di campioni in un solo anno - necessitano di ulteriori approfondimenti per una valutazione definitiva.

Le PFAS sono una vasta famiglia di sostanze chimiche persistenti nell’ambiente, utilizzate da decenni in vari ambiti industriali. Difficilmente degradabili, possono accumularsi nel suolo, nell’acqua e negli organismi viventi, l’essere umano compreso. Per questo motivo la loro presenza nell’ambiente è oggetto di crescente attenzione anche in Svizzera, in particolare per i potenziali effetti sulla salute legati all’esposizione a lungo termine.