“Non ci sono rischi immediati di tossicità, ma gli effetti a lungo termine delle PFAS possono essere seriamente dannosi per la salute”, mette in guardia Nicola Forrer, direttore del Laboratorio Cantonale. Queste sostanze chimiche indistriali - le PFAS, acronimo di PerFluorinated Alkylated Substances, cioè sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate - note per la loro resistenza alla degradazione ambientale, continuano a far parlare di sé. Dopo le segnalazioni di contaminazione nei campi vicino al lago di Costanza a San Gallo, l’attenzione si sposta verso il Ticino, dove le autorità locali sono da tempo all’erta riguardo la loro presenza nelle acque e negli alimenti.
Già nell’ottobre dello scorso anno, studi sulla distribuzione dell’acqua potabile hanno rivelato la loro presenza nella falda che alimenta il Pozzo Pra Tiro a Chiasso. Questo dato ha spinto all’installazione di filtri avanzati per garantire acqua sicura ai cittadini, una misura che rimane sotto stretta osservazione. Anche altri Comuni, come Capriasca e Sant’Antonino, hanno registrato livelli preoccupanti di PFAS, spesso correlati all’uso di materiali specifici in grandi opere infrastrutturali come la galleria di base del Monte Ceneri. Fortunatamente, i livelli di contaminazione rilevati finora non superano i limiti legali per l’uso dell’acqua potabile.
Sul fronte alimentare, il Laboratorio cantonale ticinese ha intensificato le analisi su vari prodotti, come la carne, estendendo le campionature fino alla fine dell’anno. Nonostante l’allerta, per ora non sono stati rilevati casi di contaminazione accertata da PFAS.
Con l’entrata in vigore il 1° febbraio di nuovi valori di legge per determinate sostanze PFAS in derrate alimentari, il Ticino ha implementato normative stringenti. “Sono stati introdotti limiti massimi perché è stata riconosciuta una pericolosità a lungo termine. La strategia nazionale è di ridurre l’assunzione a lungo termine di queste sostanze per la popolazione attraverso le derrate alimentari, per proteggere la salute”, spiega Forrer.
Inoltre, è in corso una campagna di monitoraggio su diverse derrate alimentari, come i pesci, che potrebbero accumulare PFAS a causa del loro metabolismo. I risultati sono attesi entro fine anno. Sebbene non esista un pericolo di tossicità acuta, come un avvelenamento istantaneo, le implicazioni a lungo termine, inclusi potenziali effetti negativi su fegato, reni e peso alla nascita dei neonati, sono motivo di preoccupazione. “Gli studi sulla tossicità sono ancora in sviluppo, quindi è fondamentale evitare l’assunzione di queste sostanze il più possibile”, conclude Forrer.
Allarme PFAS a San Gallo
Telegiornale 29.08.2024, 20:00