Dopo le testimonianze raccolte dalla RSI, quella di un 17enne frequentatore di locali e quella di un addetto alla sicurezza, che raccontano della facilità con la quale sempre più minorenni riescono a entrare in alcune discoteche di Lugano, SEIDISERA ha cercato di aggiungere un nuovo tassello all’inchiesta. E per farlo ha intervistato un ex gestore di discoteca, Maurizio Niceta, che ha diretto per alcuni decenni diversi locali. Ecco il suo punto di vista sulla realtà più recente ma anche sulle differenze con altri periodi.
La stupisce sapere che oggi ci sono tanti minorenni in discoteca?
“I minorenni ci sono sempre stati, da sempre hanno falsificato i documenti e hanno cercato di entrare”.
Vede una differenza tra i minorenni di oggi e quelli di 20/30 anni fa?
“I minorenni di oggi secondo me sono molto più sfacciati, nel senso che entrano comunque in discoteca e cercano di consumare alcol e lo consumano. Noi al bancone non ci andavamo mai, anche perché i soldi in tasca erano veramente pochi; quindi se si riusciva, già entrare era il premio. Noi si andava a ballare e ad ascoltare la musica. Adesso i minorenni invece cercano comunque di bere, e ci riescono. Se io prendessi oggi dieci ragazze minorenni e le facessi preparare per andare in discoteca, e dopo ti chiedessi di individuare le minorenni, tu mi diresti che 9 su 10 di loro sono maggiorenni o anche 10 su 10. Oggi anche le ragazze sono veramente più mature. I maschietti sono un altro discorso. È più facile individuarli, ma spesso e volentieri hanno documenti falsi”.
Come mai? Alla fine bastano per poter accedere?
“Tutte le discoteche fanno il controllo all’entrata ma al buio è tutto molto veloce. Io piuttosto che dare una grande colpa ai locali, mi dispiace dirlo, la do alle famiglie. Se una ragazza a 16 anni va in giro fino alle 3 o alle 4 del mattino, io due domande ai genitori le farei”.
Non succedeva ai tempi in cui lei era attivo nel settore?
“Succedeva anche ai miei tempi. Ti racconto un aneddoto. Una sera arriva all’entrata, alle quattro del mattino, una mamma imbestialita, grida e poi mi minaccia. Mi dice: “Avete fatto ubriacare mia figlia, in macchina. Adesso chiamo la polizia”. Io guardo tutti i video indietro e si vede che il buttafuori, comunque, chiede il documento. La ragazza presenta un documento, lui guarda il documento, guarda la ragazza, le dà il documento e la ragazza entra. Vado giù di sotto con quello della cantonale e facciamo salire la ragazza in ufficio e le chiedo: mi fai vedere per favore il documento che hai presentato all’ingresso? Lei ha cominciato a piangere, ha tirato fuori il documento che era della sorella maggiore. Non dico che erano due gocce d’acqua, però si assomigliavano. La mamma mi ha chiesto scusa. Ha preso la ragazza, è uscita”.
Secondo lei questo sistema, così com’è oggi, sta in piedi?
“Io credo che tutti cerchino di fare il meglio. La soluzione secondo me sono piccoli passi fatti da tutti per cercare di dare il meglio. Quindi polizia, gestori delle discoteche, ovviamente preparati ai documenti falsi eccetera, eccetera. Però ci sono sempre stati (e penso che ci saranno sempre), i minorenni che vanno in discoteca. Il mondo della notte è un mondo bello, è un mondo che ha delle difficoltà e comunque non è facile. La scazzottata mi dispiace molto, però è difficile anche evitarle. Io ho vissuto anche questo problema in modo importante. C’erano serate in cui avevo più sicurezza che persone dentro la discoteca”.