“Stop all’aumento dei dipendenti pubblici” è l’obiettivo dell’iniziativa popolare che si appresta a lanciare l’UDC in Ticino. Un capitolo discusso al congresso del partito a Mendrisio, dove è stata sottolineata - secondo i democentristi - l’incapacità del Consiglio di Stato di offrire una visione chiara e concreta per il futuro del cantone immobile e clientelare.
Gli strali di Piero Marchesi contro il Governo hanno animato l’incontro, quasi si fosse già in campagna elettorale. I temi non sono mancati: dalla fuga di cervelli dovuta all’incapacità di creare condizioni salariali decenti a causa della libera circolazione, alle finanze cantonali oramai allo sfascio, sempre secondo il presidente cantonale dell’UDC.
“Il problema secondo me oggi - riferisce Marchesi - non è tanto la questione dei partiti ma proprio il sistema di lavoro che si è dato il Governo, dove si è appiattito sui singoli dipartimenti e dunque non escono quelli che sono le idee e le strategie del gremio del Consiglio di Stato... ma il Consiglio di Stato è un organo di ratifica dei singoli dipartimenti”. Per il presidente questo “produce poche soluzioni innovative - spiega - e i problemi dei ticinesi rimangono tutti sul tavolo. Dunque noi vogliamo provare a dare un contributo in questo senso, cercando un po’ di scuotere la politica cantonale con delle proposte concrete, come abbiamo fatto in passato e come faremo anche nei prossimi anni”. Su questa scia nasce l’iniziativa popolare per frenare l’assunzione di nuovi dipendenti nell’amministrazione: 750 negli ultimi cinque anni, secondo l’UDC. Per la creazione di posti nell’economia privata, dicono da Mendrisio, bisogna creare le condizioni giuste per poterlo fare.
Le finanze cantonali sono l’altro cavallo di battaglia dell’UDC: In attesa del preventivo - si parla di un deficit sotto i 100 milioni - il capogruppo in Parlamento Sergio Morisoli ha lanciato un piano B, o meglio un decreto bis per frenare la spesa per altri due anni, fino al 2027. E tra le proposte sulla lista del partito c’è l’abrogazione “tout court” della tassa di collegamento e del relativo controprogetto. Tema che sarà affrontato presto in Gran Consiglio.