Tra passato e futuro, come un ponte immaginario che collega tradizione e innovazione. Pervasa da un sentimento di orgoglio per la propria storia, ma senza la retorica della nostalgia, l’Unione Ticinese compie un secolo e mezzo di vita. Nata a Londra nel 1874 per volontà di Stefano Gatti, imprenditore originario della Valle di Blenio, nei decenni l’UT ha saputo rinnovarsi, superare le inevitabili crisi, mettersi al passo nell’era dei social. Non solo punto di riferimento per cittadini svizzeri-italiani e non, ma anche piattaforma per valorizzare il talento nei campi più disparati, dalla cultura all’arte, dalla scienza all’economia.
Valori fondanti
Fondata come società di mutuo soccorso, inizialmente aperta solo agli uomini, l’UT ha saputo conservare fino ad oggi i valori fondanti delle origini, il senso della comunità, la tutela della memoria così come del patrimonio. Un tempo centro di aiuto, che forniva cure mediche e degna sepoltura ai suoi associati più bisognosi; oggi più occasione di incontro e di scoperta, restando una presenza significativa in una metropoli come Londra. Che ieri come oggi, continua ad attirare centinaia di emigranti ticinesi. Un tempo spinti a partire dalla necessità, ma anche oggi ugualmente carichi di ambizioni. La storia dell’UT, che opera sotto l’egida dell’Ambasciata svizzera a Londra e della Federazione delle società svizzere nel Regno Unito, coincide con quella dell’emigrazione del Ticino, e riflette le imprese collettive come quelle individuali dei molti membri che hanno saputo eccellere sull’isola. Tutti accumunati dagli stretti legami mantenuti con il Canton Ticino. Non è un caso se parecchi siano ancora i soci discendenti dalle famiglie dei membri fondatori e di quelle della prima ora. Che anche sulle rive del Tamigi, amano festeggiare la castagnata o, a dicembre, la panettonata e San Nicolao. Appuntamenti tradizionali per una comunità che, seppur profondamente integrata nella società britannica, custodisce gelosamente le proprie origini ticinesi.