Piccola o grande, è una rivoluzione. Il prossimo aprile il governo del Regno Unito aggiornerà regole fiscali vecchie di due secoli, perché ritenute troppo generose con i ricchi stranieri. L’abolizione dello statuto “non dom”, non domiciliato, in base al quale sinora i guadagni ottenuti all’estero non venivano tassati, concerne decine di migliaia di facoltosi. Contribuenti scontenti che la Città di Lugano ha deciso di “agganciare” nella speranza di portarne qualcuno in riva al Ceresio.
L’occasione, che la RSI ha raccontato in un reportage radiofonico, è stato un convegno organizzato a Londra dalla Camera di commercio svizzero-britannica e appunto dalla città di Lugano. Tra i partecipanti anche il capo della divisione cantonale delle contribuzioni Giordano Macchi (che però ha preferito non commentare) e il capodicastero Finanze di Lugano, Marco Chiesa: “Molta gente - dice ai nostri microfoni - sta guardando ad altre nazioni. Forse la Svizzera non è quello che ha il regime più competitivo, perché fra l’altro un globalista non può neanche lavorare, però ha dei vantaggi competitivi estremamente interessanti”.
Per il municipale si tratta di “un’opportunità che va colta. Perché - si chiede - non profilare la città di Lugano come la città dove vivere per queste persone? Generare anche dei redditi e delle attività interessanti. Guardi, non mi faccio degli obiettivi, ma se non si fa nulla non si otterrà neanche nulla. Abbiamo messo in contatto dei professionisti con delle persone del settore qui a Londra. Oggi è il momento”. Per Chiesa non si tratta di “concorrenza sleale”: “È la Gran Bretagna che ha deciso di abolire questo sistema. Venissero in Canton Ticino, a Lugano, a promuovere se stessi.... qualcuno storcerà il naso... Ma io rimarrei ad abitare a Lugano”.
Ma l’abolizione dello statuto “non dom” innescherà davvero la grande fuga dei ricchi stranieri dal Regno Unito? Per Andy Summers, professore della London School of Economics, una delle più grandi università in Europa, “stavolta le riforme saranno più significative, ma certe dichiarazioni allarmanti che sono state fatte rappresentano probabilmente un’esagerazione.”. In ogni caso i numeri sono notevoli: attualmente i “non dom” sono circa 50’000. “Questo vantaggio fiscale - ricorda Summers - esiste in qualche forma fin dalla prima imposta sul reddito risalente alla fine del XVIII secolo”. Un cambiamento storico, ma il potere seduttivo di Londra non sarà facile da superare. È un dato di fatto, prosegue il professore, che “la Svizzera, ma anche l’Italia abbiamo regimi fiscali interessanti per le persone facoltose, ma la caratteristica distintiva di Londra è proprio quella di essere un prodotto premium. Molte persone sono disposte a pagare un prezzo superiore per questo”.
Londra-Lugano: derby del fisco
Modem 04.12.2024, 08:30
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Secondo Sophie Dworetzsky, partner di un grande studio legale londinese (Charles Russell Speechlys) la Svizzera potrebbe comunque davvero rappresentare un’alternativa. “Le imposte non sono comunque l’unico fattore. E non esiste un regime fiscale in grado di rispondere ai bisogni di tutti”.
Non è del resto la prima volta che qui assistono a queste “cacce” al ricco, come conferma Angelo Chirulli, un fiscalista da molti anni attivo a Londra: “Da 26 anni ho visto diverse nazioni cercare di contendersi gli expat”. Anche se stavolta, forse, è diverso: “Con questa storia dei ‘non dom’ - ci dice - il mio telefono continua a squillare...”. In passato, spiega il fiscalista, “si dava la possibilità al residente in Inghilterra di schermare i redditi provenienti dall’estero. Ora ci si chiede cosa succederà a questi patrimoni. Finora non sono stati toccati. Ma potrebbe bastare una carta di debito italiana ad un bancomat inglese per trasferire del denaro. E tecnicamente è un evento tassabile”.
I dettagli su cosa succederà in futuro sono infatti molti pochi, ci conferma Emma Agyemang, giornalista del Financial Times. Quelli su cosa ha contribuito ad innescare la “rivoluzione fiscale” sono invece noti: “Un paio di anni fa c’è stata una grossa polemica quando si è scoperto che la moglie di Rishi Sunak, l’allora premier, aveva lo statuto ‘non dom’. Questo è stato il retroscena del cambiamento”. Anche l’esperta si muove cauta su cosa potrà capitare: “Il Governo ritiene che questo sia il momento di aggiornare regole molto antiquate, regole troppo generose per i ricchi stranieri che vivono nel Regno Unito. Si pensa che così entreranno miliardi di sterline in più in tasse. Si parla di 12,7 miliardi. Ma c’è chi contesta queste cifre visto che diverse persone potrebbero decidere di andarsene e altre potrebbero addirittura decidere di non arrivare. Non è dunque chiaro quale sarà l’impatto”.
Di sicuro, secondo l’esperta del Financial Times, è che la Svizzera, e Lugano che qui si è fatta notare, possono rappresentare un’alternativa alla Gran Bretagna: “Credo sia assolutamente vero. Ho parlato con molti consulenti, sia in Svizzera sia in Italia. Mi hanno detto di aver riscontrato un grande interesse da parte dei “non dom” con sede nel Regno Unito, alla ricerca di un’alternativa. E so che in Svizzera il vostro regime è in vigore da molto tempo, quindi è ben consolidato. l’Italia è invece un attore entrato in scena più di recente. Ironia della sorte ha preso il sistema ‘non dom’ britannico e ne ha introdotto una propria versione. C’è così tanto interesse che il governo italiano ha deciso di aumentare la tassa che concede agli stranieri facoltosi, raddoppiandola da 100’000 a 200’000 euro”.