Anche se negli ultimi mesi non sono certo state la preoccupazione principale di cittadini e meteorologi, le allerte meteo rivestono un’importanza fondamentale, tanto per le persone comuni che devono organizzare le proprie attività e/o prevenire possibili danni, quanto per le autorità cantonali che si occupano concretamente di gestione dei pericoli naturali.
Come ogni anno, anche per il 2021 Meteosvizzera è andata ad analizzare l’efficacia delle allerte emesse, analizzando e mettendo in relazione ogni singolo evento con i dati reali poi misurati dalle stazioni di misura (quantità delle precipitazioni, altezza della neve fresca, velocità delle raffiche di vento, valori canicolari o di gelo al suolo ecc.). L’analisi comprende però anche il feedback di chi appunto si occupa dei pericoli derivanti da questi allarmi. E quindi, com’è andata nel 2021?
“Il 2021 a livello svizzero – spiega il responsabile di Locarno Monti Marco Gaia – ha visto un tasso di quello che noi chiamiamo probability of detection, ovvero la probabilità di emettere un’allerta corretta, dell’82%, che è leggermente inferiore a quello che ci eravamo proposti. Noi, come soglia, vorremmo infatti arrivare all’85% ogni anno”. Negli ultimi dieci anni, dal 2012 al 2021, la media è stata comunque dell’ 85,4%.
Media successo allerte meteo 2012-2021
Il mancato raggiungimento del livello desiderato viene spiegato con un maggior numero di situazioni di allerta complesse, ma anche dal fatto che alcuni eventi - soprattutto per forti venti e per precipitazioni abbondanti sia primaverili che autunnali - sono stati un po' più intensi a livello regionale di quanto previsto.
Per quanto riguarda i correttivi, Gaia ci spiega che “ogni evento viene analizzato singolarmente e al termine del rapporto c’è il capitolo ‘lesson learned’, quello che impariamo e a seconda dell'evento. Poi vengono definiti dei consigli, per esempio da dare ai previsori, affinché negli eventi successivi tengano presente un aspetto piuttosto che un altro. A volte sono degli aspetti abbastanza facilmente definibili e riusciamo a capirli subito. Altre volte diventa un po’ più difficile identificarli, ma ci proviamo comunque”.
Il 27% di falsi allarmi
Meteosvizzera non valuta solamente la percentuale di successo delle allerte emesse, ma anche quelle che si sono rivelate “eccessive”, i cosiddetti falsi allarmi. La soglia di accettabilità in questo caso è fissata al 30%, e nel 2021 il tasso è risultato del 27%, dunque al di sotto e in linea con le aspettative (media ultimi 10 anni 19%). Detto questo, chiediamo, una soglia di quasi un evento su tre “sbagliabile” non è un po’ troppo alta?
“Apparentemente – prosegue Gaia – potrebbe effettivamente essere considerata un po’ alta, però dobbiamo tener presente che l'obiettivo fondamentale delle autorità è quello di fornire protezione ai propri cittadini. E noi sostanzialmente lavoriamo per lo Stato, e in questo senso le autorità cantonali ci dicono sempre ‘bè, noi preferiamo mettere in piedi il sistema di protezione una volta in più che non una volta in meno’. E benché chiaramente noi tendiamo, in un mondo metereologico ideale, ad abbassare il più possibile i falsi allarmi, ogni tanto ci sono delle zone grigie e in quelle zone grigie preferiamo dare l'allerta piuttosto che essere qui al termine dell'evento a rimpiangere di non averla data, perché poi qualcuno ha avuto magari un danno”. Insomma, meglio un’allerta di troppo che una mancata.
La sala previsioni del Centro regionale sud di MeteoSvizzera, a Locarno Monti
Allo studio un nuovo sistema di allerte
In futuro il sistema di allerte verrà comunque rivisto, è infatti allo studio un nuovo concetto di allertamento: “Lo stiamo sviluppando e abbiamo l’obiettivo di arrivare pronti per fine 2024-inizio 2025 – spiega ancora il responsabile di Meteosvizzera -. Al di là di un rinnovo tecnico dietro le quinte, che era assolutamente necessario perché comunque anche l'informatica si sviluppa continuamente, dal punto di vista della comunicazione delle allerte in futuro vogliamo mettere l'accento piuttosto su quelle che sono veramente le condizioni e le conseguenze del maltempo. Quindi sganciandoci un po’ dalla comunicazione odierna, quella del ‘nelle prossime 24 ore cadranno venti centimetri di neve fino in pianura’. L’idea è appunto quella di mettere in primo piano le conseguenze, quindi – per restare sull’esempio – diremo ‘nelle prossime 24 ore sono attesi venti centimetri, però fate attenzione perché saranno di neve particolarmente pesante’, o ancora che la neve cade in un momento della giornata dove ci sarà tanto traffico, quindi l'impatto sulla società rischia di essere più grande che non se magari quei venti centimetri cadono durante la notte”.
Per dirla in poche parole: da “come sarà il tempo” a “cosa farà il tempo”.
“Ottima la collaborazione con le autorità”
Come menzionato sopra, l’obbiettivo principale delle allerte meteorologiche è quello di fornire alle autorità cantonali preposte alla gestione dei pericoli naturali le informazioni in maniera più tempestiva e accurata possibile, così da organizzare i dispositivi e gli interventi sul terreno. Ma pensando in particolare al versante sudalpino, come viene valutata questa collaborazione e di che tenore sono i riscontri?
“La collaborazione con le autorità cantonali ticinesi e grigionesi (per le vallate del Grigioni italiano e per l’Engadina) è veramente ottima ed è una collaborazione che, per quanto riguarda il Ticino, è nata appena dopo la famosa alluvione del ‘78, un po’ lo spartiacque in questo ambito. In questo senso è indispensabile una collaborazione molto stretta prima, durante e anche dopo l’evento, anzi soprattutto dopo. Noi abbiamo i riscontri che ci danno e giustamente sono dei riscontri anche severi, perché se sbagliamo qualcosa e la previsione non era corretta, ce lo fanno sapere, perché solo in questo modo possiamo migliorare. Globalmente posso però dire che i riscontri sono assolutamente positivi”.
Siccità nella Moesa a Grono il 26 marzo
La siccità, il nuovo fronte delle possibili allerte
C’è poi un ambito per il quale oggigiorno non esistono delle allerte, ma che tocchiamo con mano anche e soprattutto in questo inverno così avaro di precipitazioni: la siccità. Ma le riflessioni sono in corso e a breve giungeranno a Berna sul tavolo del Consiglio federale. “La siccità ha un impatto non trascurabile su tanti settori socio economici e ambientali in Svizzera e, forse, per poterla gestire adeguatamente, è importante in futuro prevedere delle allerte dedicate, che saranno probabilmente diverse dalle attuali. Questo fenomeno non è infatti improvviso, ma si mette in moto molte lentamente, quindi le modalità sono ancora da definire”. Ma come detto le riflessioni sono già ben avviate.
Non poteva infine mancare una un’ultima battuta sulla quasi inattività del sistema di allertamento negli ultimi mesi di questo inverno così secco… Un aiuto per avere nel 2022 migliori percentuali di successo? “In realtà dal punto di vista statistico meno allerte ci sono e più è difficile raggiungere gli standard di qualità, perché basta sbagliare pochissimo. Per avere un po’ di robustezza statistica è quindi meglio avere più allerte” conclude Marco Gaia. E anche la natura molto probabilmente concorda, almeno entro certi limiti.