C’è stato un nuovo sversamento di liquami fognari lunedì pomeriggio oltreconfine, nel golfo di Porto Ceresio. Da circa tre giorni, secondo alcuni testimoni oculari ascoltati al telefono, in alcuni punti della cittadina fuoriescono liquami, persino a monte del territorio lacustre, nei pressi del locale acquedotto. Tanto che nei giorni scorsi sono intervenuti sul posto, per alcuni rilievi, i carabinieri della locale Stazione ed il Corpo delle guardie forestali. Fonti attendibili hanno dichiarato che nei giorni scorsi alcuni cittadini si rivolgeranno alle autorità per delle vere e proprie denunce per inquinamento e disastro ambientale. "Non è possibile, hanno detto, che ogni volta che piove le fogne non reggano facendo uscire sporco dappertutto".
La vicenda dei liquami scaricati nel lago Ceresio, sul versante italiano, va avanti ormai da oltre tre anni e da più parti hanno fatto pressing sul sindaco e sulla locale amministrazione per trovare una soluzione. Il Consiglio di Stato ticinese, dopo le interrogazioni presentate dai deputati Roberto Badaracco e Fabio Schnellmann, scrisse una missiva al Municipio italiano chiedendo di prendere veloci provvedimenti per le acque condivise. Un’altra dura presa di posizione è stata resa da Legambiente Lombardia, che ha fatto un vero e proprio sit-in davanti al golfo “incriminato”.
Dopo i ripetuti solleciti, nelle scorse settimane sono intervenuti anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e la consigliera regionale Francesca Brianza, assicurando una soluzione in tempi ragionevoli. Soluzione che potrebbe tuttavia tardare ad arrivare perché il vicino comune di confine pare non avere fondi per mettere mano alla rete fognaria e l’organismo di controllo e sviluppo dei servizi idrici, l’Ambito Territoriale Ottimale della provincia di Varese (ATO), stenta a partire.
Simone della Ripa
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