Sbarre laterali rialzate, o cinghie per fissare il busto dell’anziano in modo che non possa alzarsi in modo autonomo dal letto o cadere. C’è chi li ritiene metodi obsoleti, che possono avere conseguenze a livello mentale. Il Ticino, insieme ad alcuni cantoni della Svizzera romanda, è tra chi fa ricorso più spesso a modalità di contenzione fisica.
“La sfida che quotidianamente raccogliamo è quella di bilanciare tra la libertà e la sicurezza”, afferma Fabio Maestrini, direttore dell’Ente case anziani Mendrisiotto (ECAM). “La mentalità nordica spinge sicuramente più verso la prima, mentre noi latini tendenzialmente poniamo più attenzione sulla sicurezza”.
In Ticino si ricorre al fissaggio del busto nell’1,6% dei casi. Mentre le barriere al letto vengono impiegate in media con il 6,1% degli ospiti delle case di cura. Più spesso rispetto ai cantoni della svizzera tedesca. E con punte, per alcune strutture, tra il 20 e il 50% dei casi.
“Le misure di contenzione sono l’ultima ratio in un progetto di vita di presa a carico in struttura di una persona anziana”, sottolinea Maestrini. “E comunque qualsiasi misura di questo tipo viene discussa preventivamente con l’équipe, coi famigliari e con il medico. C’è inoltre una periodica rivalutazione in base all’andamento dell’ospite”.
Un’alternativa, alle misure di contenzione fisica, sono i farmaci. I dati dell’Ufficio federale della sanità dicono che in Ticino quasi la metà degli anziani aveva assunto 9 o più principi attivi nell’ultima settimana. “L’utilizzo di un farmaco avviene su prescrizione medica ed è discusso con il medico”, sottolinea il direttore dell’ECAM. “Evidentemente noi, come case anziani, ereditiamo anche situazioni già esistenti a domicilio con persone anziane che magari già da tempo sono abituate ad assumere questi farmaci. Indubbiamente in Ticino si è lavorato molto, e si continua a lavorare, su questi aspetti. Si stanno portando avanti percorsi di terapie non farmacologiche”.
Terapie alternative, come la terapia delle bambole, la pet therapy o la camera sensoriale. Tutti metodi per calmare il paziente in modo più naturale. C’è poi il problema della malnutrizione. Il 4,5% degli ospiti ha mostrato una sensibile perdita di peso in un periodo da uno a sei mesi. “Credo che questo sia un dato legato al tipo di casistica che entra in casa anziani”, dice Maestrini. “Negli ultimi anni in Ticino si è giustamente potenziata la presa a carico a domicilio, questo fa sì che quando vi è un’entrata definitiva in una casa anziani evidentemente il residente si trova nella fase finale della propria vita”.
Libertà di movimento, sicurezza, salute, tutti punti su cui riflettere per chi lavora a contatto con gli anziani.