Paolo Beltraminelli settimana prossima deporrà davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta. Il direttore del Dipartimento sanità e socialità e responsabile verrà sentito dai commissari deputati martedì. Chissà se a un anno dallo scoppio del caso Argo 1, il responsabile ultimo dell’assegnazione del mandato diretto di 3,4 milioni di franchi all’agenzia di sicurezza senza risoluzione governativa cambierà versione rispetto a quanto dichiarò il 13 marzo 2017 davanti al Gran Consiglio.
L’indomani la pubblicazione del Caffè di una presunta disparità di prezzi da parte di Rainbow SA, poi sostituita con l’agenzia di Marco Sansonetti, la società di Rivera stigmatizza il tentativo strumentale di coinvolgerla nel caso Argo 1. Le cifre pubblicate però erano già state ammesse dal responsabile dell’Ufficio sostegno sociale e inserimento dinanzi alla Sottocommissione di vigilanza del Parlamento la scorsa primavera. Un valzer di cifre che fa sorgere, ancora una volta, più di un interrogativo sulla gestione della sicurezza nei centri rifugiati tra 2013 e il 2015.
Un interrogativo – ad esempio – che pare emergere anche dal doppio ruolo di Maria Galliani. L’avvocato è il difensore di uno dei poliziotti accusati insieme a Sansonetti di violenza nei confronti di un giovane rifugiato a Camorino e allo stesso tempo patrocina il Governo quale accusatore privato. "Nessun conflitto d'interessi, nemmeno potenziale, sono due rami di inchiesta distinti", ci ha fatto sapere lei ammettendo di aver valutato a lungo la situazione. Nessun conflitto d’interesse, forse solo una questione di opportunità, o forse solo l’ennesima anomalia tra le tante che paiono caratterizzare la vicenda Argo 1.
m.h./f.l./Quot