Paolo Beltraminelli non sapeva nulla dell’email inviata dal capo Divisione Azione Sociale e Famiglie (DASF) Renato Bernasconi al direttore di Securitas sulla sospensione di un agente. È uno degli elementi emersi lunedì in Gran Consiglio nel corso della risposta data da Paolo Beltraminelli, coadiuvato dai colleghi Gobbi, Bertoli e Vitta, ad una serie di interpellanze sul caso Argo 1.
“Il direttore della DASF ha discusso con il direttore dell’agenzia non della sospensione dell’agente bensì la provvisoria attribuzione dello stesso ad altri compiti in Securitas. – ha inoltre detto il consigliere di Stato Beltraminelli - Circa l’evolversi della situazione la DASF non è più stata messa al corrente”.
Né il cantone, né il DSS hanno peraltro esercitato pressioni sul datore di lavoro in merito ai rapporti contrattuali sul collaboratore sospeso. Infine sul documento riservato sull’invalidità percepita in Italia dall’ex collaboratore di Argo1 giunto nelle mani del Corriere del Ticino si è appreso che la fuga di notizie è oggetto di una segnalazione al Ministero pubblico.
Infine Renato Bernasconi, che all’epoca era capo sezione delle finanze presso la sezione delle risorse al DFE, “non ha responsabilità dirette per quanto concerne l’esecuzione dei pagamenti a favore della ditta Argo 1”, ha precisato Christian Vitta. “Egli ci ha comunicato che non era informato né del mandato attribuito a Argo 1, né delle relative fatture”.
Le risposte del Consiglio di Stato sono state giudicate nell’insieme deboli dal plenum, che in seguito ha scelto l’opzione della discussione generale. Durante questa è emersa una sostanziale sfiducia nei confronti dell’operato del Governo.
SP