Il ministero pubblico si era già occupato dell’autore del delitto di Ascona. Il 2 aprile scorso l’uomo, armato di coltello, aveva già minacciato la moglie. Di qui l’intervento della polizia, a cui era seguito – si è appreso oggi, domenica – un procedimento penale aperto d’ufficio. Coazione, minaccia, vie di fatto e ingiurie i reati ipotizzati, anche in relazione a episodi precedenti.
A metà maggio l’inchiesta era sfociata un decreto di non luogo a procedere, emesso sostanzialmente per insufficienza di prove. Nell’occasione gli inquirenti avevano archiviato pure la denuncia sporta dal marito contro la donna.
La separazione era ormai in atto, e il 54enne macedone continuava a seguirla, nonostante il divieto di avvicinarsi a lei. Poi il dramma. La mattina del 23 giugno la trascinò all’entrata dell’autosilo della Migros, dove la uccise a colpi di pistola e cercò a sua volta di togliersi la vita.
Dalla fine di luglio l’imputato si trova alla Farera, a disposizione del procuratore Antonio Perugini. Finora non è stata disposta alcuna perizia psichiatrica, né fissata la data di un’eventuale ricostruzione sul posto. Assassinio – ricordiamo – l’accusa ipotizzata nei suoi confronti.
Francesco Lepori