Intervista

Asilo, “non ho mai visto una vera strategia logistica da parte di Berna”

Il consigliere di Stato Norman Gobbi dopo la vista della consigliera federale Baume-Schneider a Chiasso: “La Confederazione non sostiene abbastanza i Cantoni con centri federali”

  • 7 novembre 2023, 12:49
04:20

L'ospite: Norman Gobbi

Telegiornale 06.11.2023, 20:30

Di: Telegiornale/RSI Info 

“La musica che sentiamo da anni e con varie crisi migratorie alle spalle non cambia, perché spesso la Confederazione arriva poco preparata dal punto di vista delle soluzioni logistiche ma anche per la flessibilità di un sistema che deve essere in grado di smaltire velocemente degli arrivi importanti. Chiasso, storicamente, è sempre stata la porta principale d’entrata dei flussi migratori: sia per quelli che chiedono asilo, sia per quelli che devono essere respinti alla dogana perché asilo non lo cercano”. Sono le parole del consigliere di Stato Norman Gobbi, dopo che ieri (lunedì) la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha fatto visita nella cittadina ticinese di confine, sollecitata in questi ultimi mesi per il continuo arrivo di migranti e richiedenti asilo. La responsabile del Dipartimento giustizia e polizia, lo ricordiamo, ha spiegato alle autorità comunali che le misure di sicurezza e di prevenzione nel Centro federale d’asilo di Chiasso e nei suoi dintorni saranno potenziate.

E su questo punto, ai microfoni del Telegiornale, Gobbi ha spiegato che “il Cantone con le polizie comunali sta già lavorando per presidiare meglio gli spazi pubblici, per ovviare a una recrudescenza di piccoli o grandi reati che vengono commessi da migranti ma non solo. In parallelo, abbiamo chiesto (a Berna, ndr) di commutare i mandati che hanno con ditte esterne nel pattugliamento di Chiasso, con un mandato di prestazione alle polizie per garantire l’ordine pubblico e ripristinare la tranquillità di cui Chiasso ha bisogno”.

Il Cantone, tra l’altro, riceve fondi dalla Confederazione: sono sufficienti per le misure di sicurezza da mettere in atto? Il Cantone, risponde Gobbi, “riceve 700’000 franchi, di cui la metà viene girata al comune di Chiasso per i compiti di polizia comunale, quindi per l’ordine pubblico, ma questi soldi non sono più sufficienti perché i reati non vengono commessi solo a Chiasso ma anche altrove. Alcuni richiedenti asilo problematici hanno commesso piccoli o grandi reati anche a Lugano o Biasca”.

L’onere è cresciuto, sostiene il Consigliere di Stato, secondo cui “i Cantoni che hanno dei centri (federali d’asilo, ndr.) vengono premiati troppo poco dalla Confederazione per lo sforzo che fanno in più rispetto ad altri: questo è un tema che deve essere affrontato non solo dal Ticino ma da tutti quelli che hanno un centro federale d’asilo”.

La ridistribuzione dei richiedenti asilo, a livello cantonale o comunale, “è un tema che bisognerà di nuovo affrontare con la Confederazione, ma anche con gli altri Cantoni della regione Ticino e Svizzera centrale, proprio perché se storicamente Chiasso, il Mendrisiotto e il Ticino in generale sono la porta d’entrata, deve esserci una solidarietà funzionante tra Cantoni. Quello che potrà avvenire è che potrà succedere, è la chiusura di alcune strutture provvisorie (in Ticino, ndr.) che porteranno a una riduzione del numero di richiedenti. Questa riduzione è il nostro obiettivo principale, ma appunto: in 12 anni di Governo non ho mai visto una vera strategia della Confederazione dal punto di vista logistico – afferma Norman Gobbi ai microfoni della RSI – Inoltre, recentemente anche il Parlamento ha bocciato un credito per creare nuove strutture d’accoglienza. Non si tratta di un’emergenza: la migrazione è e resterà un tema che ci coinvolgerà per più anni. Saremo continuamente confrontati con questo fenomeno”.

La SEM: “Col personale che abbiamo gestiamo al meglio che possiamo le strutture”

Michela Crippa, responsabile in seno alla Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) della regione Ticino e Svizzera centrale, ha per parte sua affermato, intervistata dal Telegiornale, che “questo è un momento molto, molto sensibile: ci accusano di malagestione dei Centri federali d’asilo, ma posso dire in tutta coscienza che non è così: è chiaro che i numeri sono aumentati e le nazionalità di chi arriva sono diverse rispetto ad alcuni anni fa. Noi con il personale che abbiamo gestiamo al meglio all’interno dei centri la vita quotidiano dei richiedenti asilo”.

La consigliera federale Baume-Schneider ha parlato di condizioni modeste in questi centri. “Sono dichiarazioni corrette – fa eco Crippa – se pensiamo al centro di Chiasso questo è molto modesto; il nuovo Pasture aprirà i battenti l’anno prossimo, sarà sicuramente più adeguato dal punto di vista delle condizioni di accoglienza, mentre il centro Pasture attuale è sicuramente una struttura che ha i suoi anni ma che è stata concepita come provvisoria; al momento lo gestiamo come centro provvisorio, ma con tutto il rispetto che dobbiamo agli ospiti e grazie ai nostri collaboratori”.

Crippa ha inoltre aggiunto che la SEM ha chiesto una proroga per la gestione dei punti di affluenza PAF (centri di accoglienza temporanei) ma che si sta aspettando una risposta da parte dei comuni.

02:45

Le parole della responsabile della SEM

Telegiornale 06.11.2023, 20:30

Gobbi: “La lentezza delle procedure è un problema”

Il problema di non aver abbastanza personale, spiega ancora Norman Gobbi, “fa rallentare l’evasione delle pratiche e quindi chi arriva in Ticino ma non ha bisogno di reale protezione approfitta ancora più del sistema: non essendo le loro pratiche valutate in tempi brevi, non possono essere allontanati dal nostro territorio”.

“Il sovraccarico delle strutture federali è dato anche dalla lentezza delle procedure”, conclude il direttore del Dipartimento delle istituzioni.

03:07

Elisabeth Baume-Schneider a Chiasso

Telegiornale 06.11.2023, 20:30

Correlati

Ti potrebbe interessare