La proposta di pena per il 32enne svizzero-turco accusato di attività vicine al terrorismo islamico e finito in manette a febbraio quando lavorava presso la ditta di sicurezza Argo 1 è di 2 anni e mezzo di carcere di cui 6 mesi da espiare. Secondo il procuratore pubblico Sergio Mastroianni, l'uomo avrebbe organizzato azioni propagandistiche anche nella moschea di Viganello. L'imputato ammette di aver espresso idee troppo radicali ma si difende, precisando di aver indirizzato i suoi oratori verso il gruppo islamico Al-Nusra, inattivo fuori dalle zone di guerra.
L'uomo è inoltre accusato di aver aiutato nel 2015 due combattenti che volevano raggiungere il territorio di guerra siro-iracheno. In un caso si trattava del suo migliore amico e collega di lavoro presso la Argo 1, simpatizzante dell'ISIS. Il 32enne sapeva della sua partenza e avrebbe cercato di dissuaderlo, ma alla fine gli avrebbe dato 100 franchi e alcune informazioni relative al sistema di trasporti in Siria e Turchia. Il secondo combattente sostenuto dall'imputato è Oussama, fratello di Abderramane Kachia, condannato per terrorismo dal tribunale di Milano assieme al kickboxer Moutaharrik. L'imputato lo avrebbe ospitato nella sua casa in Turchia, permettendogli così di non lasciare tracce prima di raggiungere le fila dell’ISIS.
Il processo con rito abbreviato si terrà quindi il prossimo 18 agosto presso il Tribunale penale federale di Bellinzona, come anticipato online dal quotidiano La Regione. Se la corte dovesse accogliere l'atto d'accusa, l'imputato verrà scarcerato il 21 agosto, scaduti i 6 mesi di reclusione scontati a partire dal suo arresto avvenuto il 21 febbraio. Il condizionale però è d'obbligo, perché il tribunale potrebbe anche respingere quanto proposto dal procuratore pubblico.
Giovanni Marci e Francesco Lepori