Avrebbe fatto propaganda a favore del sedicente Stato islamico (IS) il cittadino turco finito nelle maglie della procura federale, e rimasto (a differenza dell’altro indagato) a piede libero. L’uomo – si è appreso oggi, lunedì - ha postato su Facebook dei video legati alla guerra in Siria. Immagini particolarmente cruente, che mostrano le torture inflitte a dei prigionieri. Lui ammette i fatti, ma nega di avere agito a scopo propagandistico; così come nega qualsiasi rapporto con il sedicente stato islamico.
Di tutt’altro avviso la procura federale, che sta cercando di ricostruire i suoi rapporti con le varie figure coinvolte a cavallo tra il Ticino e l’Italia. Su tutti il 32enne svizzero-turco cresciuto a Molino Nuovo, tuttora in carcere (il giovane, che lavorava alla Argo 1 di Cadenazzo, è sospettato di avere reclutato dei militanti).
Il turco ha confermato di conoscerlo. Sostiene invece di non avere mai avuto alcun legame con il kickboxer Abderrahim Moutaharrik e le altre persone condannate in febbraio, per terrorismo internazionale, dal Tribunale di Milano.
Francesco Lepori
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