Il Ticino è il cantone più toccato dagli aumenti di cassa malati per il prossimo anno, +10,5%, nonostante gli sforzi per contenere la spesa che Elisabeth Baume-Schneider riconosce. Ai microfoni della RSI, la consigliera federale sottolinea le specificità ticinesi, a partire da quelle demografiche, ma evidenzia anche i punti deboli oggettivi dell’ecosistema poco virtuoso: troppi medici e tante consultazioni.
“Sono rammaricata per questa situazione”, afferma la responsabile del Dipartimento federale dell’interno. “Situazione dovuta all’aumento dei costi, a un effetto di recupero e all’inflazione. È così in tutti i cantoni, ma in Ticino le cose si accentuano. Capisco che sia doloroso o difficile per chi paga i premi. Ho parlato al telefono con il consigliere di Stato Raffaele De Rosa. Gli sforzi in Ticino sono davvero importanti, ma malauguratamente gli attuali risultati sono ancora poco visibili a livello di premi”.
Che cosa bisogna fare, dunque, sapendo che, soprattutto in Ticino, la popolazione invecchia sempre di più?
“In effetti la questione demografica è importante e nel nostro Cantone la popolazione più anziana. D’altro canto bisogna porsi una domanda. Gli anziani in Ticino si curano di più degli anziani negli altri cantoni? Inoltre, quanti medici o specialisti operano in Ticino? Abbiamo discusso con il signor De Rosa sul fatto che nel 2012, quando non c’è più stata la possibilità di limitare l’arrivo degli specialisti da altri cantoni o dall’estero, il Ticino ha conosciuto un aumento dei medici del 30%. Medici che oggi fanno con ogni probabilità un ottimo lavoro. Ma il fatto è che le persone li consultano e anche questo contribuisce ai costi”.
Quindi non si può fare granché...
“Credo che se fosse stato facile il signor De Rosa, il Parlamento ticinese, avrebbero già trovato una soluzione. In Ticino si fa già molto a livello di pianificazione ospedaliera. A livello di tariffe, invece, ho avuto modo di conoscere gli sforzi profusi. Ammiro quanto viene fatto e penso che sia necessario continuare su questa strada con pianificazioni più restrittive. Discutendo ancora del settore ambulatoriale. Spero che gli aumenti possano essere contenuti”.
Non è possibile introdurre per il Ticino un meccanismo di compensazione?
“No, non lo è. Ci sono altri strumenti per rendere giustizia alla specificità del Canton Ticino. La perequazione finanziaria e altri mezzi. Sul piano della Confederazione non si può agire tramite LAMal o premi di cassa malati”.
Crede davvero che qualcosa potrà cambiare nei prossimi anni?
“Sì, non penso che si possa immaginare che i premi caleranno, ma d’altro canto non credo che si possa pensare che in Ticino nei prossimi cinque anni ogni anno ci sia un aumento di oltre il 10%. Sono convinta che le opzioni ci sono. Con la votazione sul finanziamento uniforme delle prestazioni in novembre, c’è davvero una possibilità a lungo termine per diminuire il carico degli assicurati. Con un settore ambulatoriale più importante, infatti, i costi diminuiscono”.
Seidisera 26.09.2024