La bocciatura del nuovo Regolamento comunale di Bellinzona, che prevedeva anche un aumento degli onorari di sindaco e municipali, ha provocato reazioni contrastanti. "Presto per trarre conclusioni sulle motivazioni. La città dopo l'aggregazione ha nuove capacità anche progettuali, ma richiede un investimento di tempo e energie che non ha molto a che fare con quella che era l'attività precedente. Questo non è stato sufficientemente compreso o spiegato", ritiene il sindaco Mario Branda. Si ridurranno o adegueranno ora stipendi e tempi di lavoro? "Mercoledì si inizierà ad analizzare il risultato e a studiare i percorsi per una soluzione alternativa" per l'articolo 91 da riscrivere. La polemica per i disagi dopo la grande nevicata "non ha aiutato", dice ancora Branda, "ma è difficile dire se sia stata decisiva".
MPS e UDC, promotori del referendum e contrari ai nuovi stipendi, hanno espresso soddisfazione per il risultato. La locale sezione democentrista afferma di aspettarsi un deciso cambio di rotta dopo questa bocciatura popolare che, secondo il Movimento per il socialismo, è nata da un moto di orgoglio dei cittadini nei confronti del Municipio. "Ha prevalso la rabbia per onorari giudicati eccessivi dalla popolazione confrontata con ben altri problemi", secondo Angelica Lepori. Davide ha battuto Golia e la popolazione ha sconfessato la partitocrazia, scrive invece la Lega dei Ticinesi. "Bisogna inoltre ancora legittimare anche le percentuali dell'onere", aggiunge Giulio De Raita.
Sul fronte degli sconfitti, il PS ammette un risultato "chiaro e inequivocabile", visto il 58% di no. Pur restando convinto della bontà della proposta bocciata alle urne, il partito si impegnerà ora alla ricerca di una nuova soluzione. "In un momento di difficoltà economica il compenso è stato ritenuto troppo alto. Facilmente comprensibile", secondo Simonetta Biaggio Simona del PPD, mentre Marco Nobile (PLR) non sa dire dove si è sbagliato e si domanda se non abbia influito "un certo modo di fare antipolitica"
sf/pon