A Bellinzona oggi (domenica) gli istituti di ricerca hanno aperto le porte dei loro laboratori normalmente inaccessibili. Non solo: ad accogliere i visitatori c'erano ricercatrici e ricercatori, che si sono messi a disposizione del pubblico.
Le visite erano possibili nei laboratori di ricerca traslazionale dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) e nelle strutture del Centro di ricerche biomediche della Svizzera italiana, noto come Bios+, l'associazione fondata nel 2021 e che raggruppa l’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB) e l’Istituto Oncologico di Ricerca (IOR).
“La scienza viene fatta anche qui, a Bellinzona, e pertanto vogliamo fare capire che non è una cosa astratta, la scienza è qualcosa di molto concreto – spiega ai microfoni della RSI il direttore dell’IRB Davide Robbiani. Per questo vogliamo fare entrare le persone nei nostri spazi, far loro vedere le strumentazioni avanzate che utilizziamo, ma soprattutto vogliamo fare incontrare la gente con i ricercatori e gli scienziati, in modo che possano porre domande”.
Un viaggio intenso che indubbiamente avvicina la scienza alla popolazione, anche perché l'operato dei tre istituti di ricerca va a beneficio di tutti.