Gli studiosi dell'Istituto di ricerca oncologica di Bellinzona (IOR), hanno fatto un'importante scoperta che potrebbe migliorare le cure del tumore alla prostata. Hanno individuato dei batteri del microbioma dell'intestino in grado di vanificare l'efficacia delle cure esistenti. Batteri adesso identificati, che potrebbero venire tenuti sotto controllo così da migliorare la prognosi dei pazienti. Lo studio è apparso sulla prestigiosa rivista Science.
"Spesso e volentieri il tumore alla prostata è legato all'alimentazione. Ci sono dei dati che dimostrano che un'alimentazione cosiddetta 'occidentale', ricca di carni o grassi, possa avere un'impatto su questo tipo di tumore, come le sigarette o un consumo eccessivo di bevande alcoliche", spiega il professor Andrea Alimonti.
La ricerca ha scoperto che alcuni pazienti sottoposti ad una terapia androgenica, ovvero quella che sopprime la produzione di testosterone (l'ormone che alimenta il tumore alla prostata), sviluppano nell'intestino una flora batterica cattiva in grado di produrre testosterone vanificando le cure.
Lo studio si è anche occupato di come intervenire per evitare che ciò accada. "Si tratta di utilizzare dei batteri cosiddetti 'buoni', che sono in grado di bloccare gli altri, creando un 'probiotico', cioè una miscela di batteri buoni che somministrata ai pazienti è in grado di contrastare questa flora batterica 'cattiva' abbassando così i livelli di produzione di testosterone", aggiunge Alimonti.
Lo IOR cercherà un partner per portare avanti questa soluzione e avviare la produzione di probiotici. I tempi potrebbero essere di uno o due anni.