"Per il Ticino l'accordo è vantaggioso da più di un punto di vista, prima di tutto perché avrà un effetto antidumping diretto parificando la fiscalità dei frontalieri con quella dei lavoratori impiegati in Italia, ma anche per una migliore definizione dello statuto di frontaliere, per la reciprocità e per le maggiori entrate fra Confederazione, cantoni e comuni, stimate in 15-30 milioni": queste, secondo il presidente del Governo ticinese Manuele Bertoli, le motivazioni che hanno spinto la maggioranza dell'Esecutivo a pronunciarsi per la soppressione dell'obbligo del casellario giudiziale, ultimo ostacolo all'intesa con Roma.
D'altra parte, il Ticino "ha speranza di salvare capra e cavoli", perché la questione del casellario è stata nel frattempo portata a Berna e sta seguendo il suo iter a livello federale e "arriverà qualcosa nella direzione di ciò che il cantone ha chiesto o di alternativo ad esso". La pressione, oggi, era piuttosto temporale: con possibili elezioni alle porte in Italia, il lavoro di anni rischiava di essere vanificato.
CSI 18.00 del 07.06.2017 Ospite Manuele Bertoli
RSI Info 07.06.2017, 19:51
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Il voto in seno all'Esecutivo, che ha visto lo stesso Bertoli su un fronte con Beltraminelli e Vitta prevalere su Gobbi e Zali, manda invece su tutte le furie la Lega dei Ticinesi, che parla di "tradimento" della volontà dei cittadini e del Parlamento, di un'indebolimento della credibilità ticinese a Berna, dove la deputazione si è impegnata a difesa delle due iniziative cantonali sul tema, e di una perdita di sicurezza per il cantone. Il comunicato di Via Monte Boglia, inoltre, mette in dubbio la reale volontà italiana di arrivare davvero alla ratifica dell'accordo sulla fiscalità, che "non sarebbe così interessante nemmeno per il Ticino", che perderebbe lo strumento di pressione del blocco dei ristorni.
Il post di Norman Gobbi
"Su tutte le furie" anche il diretto interessato Norman Gobbi, espressosi su Facebook e bersaglio delle critiche dei Verdi, per aver rotto con le sue esternazioni la collegialità in Governo.
"Quando cade il paravento all'oca non resta che starnazzare", si legge in un comunicato. La reazione leghista, si suggerisce, non sarebbe che "uno specchio per le allodole, per far credere che si sta facendo qualcosa per i ticinesi". Per combattere dumping e criminalità, invece, servono "salari minimi" e "risorse per la magistratura".
La decisione dell'Esecutivo ticinese è stata accolta favorevolmente, infine, anche dal Dipartimento federale delle finanze, perché sbloccherà la firma dell'accordo con Roma.
CSI 18.00 del 07.06.2017 La voce della portavoce della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali Anne Césard
RSI Info 07.06.2017, 19:52
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