"L'idea di creare un servizio di lavanderia a domicilio ci è venuta quando ci siamo accorti che, studiando lontano da casa, lavare regolarmente i vestiti era meno semplice di quello che pensavamo", racconta Stefano Andreoli, uno dei tre giovani fondatori di Wash My Pants. Assieme a due amici, Simone Perucchi e Ruben Folini, Stefano ha dato vita a una start up innovativa che si pone l'obiettivo di mettere in contatto le persone disposte a fare bucati con quelle che non hanno il tempo o la voglia di pensarci da soli.
I due fondatori, Stefano Andreoli e Simone Perucchi, in compagnia della casalinga Sabrina
Come funziona? - "La nostra intenzione è quella di offrire un servizio che sia il più semplice possibile e che sia più accessibile di una lavanderia - spiega Simone - . L'ordine viene effettuato direttamente sul nostro
sito e, per un prezzo di 25 CHF, le nostre collaboratrici ritirano la cesta direttamente a casa del cliente e la riportano dopo tre giorni con i capi d'abbigliamento lavati e stirati, scegliendo una fascia oraria che sia comoda anche per i lavoratori. Il contenuto della cesta corrisponde all'incirca al carico di una lavatrice e può essere composto a seconda delle proprie esigenze; ci sono due uniche restrizioni: non verranno lavati capi delicati e le camicie non potranno essere più di sette". I tre amici inizialmente si sono concentrati sul reclutamento di persone disposte a fare i bucati. "Siamo contenti perchè, in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo, possiamo aiutare delle persone con dei piccoli incentivi monetari. Non sarà un impiego a tempo pieno, ma il pensiero di poter sostenere, anche solo in minima parte, alcune famiglie - dice Stefano - ci riempie di orgoglio". "Abbiamo cominciato distribuendo flyer a tutti coloro che potevano essere interessati - gli fa eco Simone - e il riscontro ricevuto è stato una piacevole sorpresa: l'interesse concreto delle casalinghe è stato molto più grande di quello che ci aspettavamo. Tant'è che abbiamo addirittura dovuto procedere a una vera e propria selezione. Abbiamo così organizzato degli incontri per conoscere personalmente le candidate e abbiamo scoperto che la maggior parte di loro svolgevano già questo tipo di servizio per amici o famigliari. Noi, molto semplicemente, diamo loro la possibilità di svolgere la stessa attività su una scala più ampia, ricevendo una retribuzione". "Visto che ci poniamo esclusivamente come intermediari, in caso di eventuali danni la responsabilità sarà quella civile contrattuale tra le casalinghe e i clienti - precisa Simone -. Pensiamo che nella cerchia dei nostri clienti abituali figureranno molti studenti, persone anziane e, per restare fedeli ai soliti cliché..., uomini single!"
Gli studi universitari, un buon punto di partenza - I tre giovani fondatori stanno terminando il loro percorso accademico (Stefano e Ruben hanno scelto un indirizzo economico, mentre Simone si è lanciato nel diritto) e ritengono di aver appreso delle nozioni fondamentali per poter gestire un'attività simile: "Volevamo provare a fare tutto da soli, ma poi ci siamo accorti che la pratica, a volte, differisce dalla teoria e quindi, pur avendo basi solide, stiamo pensando a qualche possibile collaborazione con associazioni che potrebbero darci una mano nella messa in atto del nostro progetto", spiega Stefano.
La comodità del servizio è un aspetto fondamentale
Ci concentriamo sul presente, ma abbiamo sempre uno sguardo rivolto al futuro - I tre giovani imprenditori sono ancora nella fase iniziale della loro attività, ma hanno tante aspettative per tutto ciò che seguirà: "Il nostro scopo, per ora, è quello di far funzionare la nostra azienda, perciò puntiamo tutto sulla qualità anche a costo di rinunciare, momentaneamente, a un profitto. Attualmente i soldi ricavati dai bucati vengono infatti interamente devoluti alle casalinghe che svolgono il lavoro. In futuro, se tutto andrà come speriamo, ci espanderemo e le cose piano piano seguiranno il loro corso. I prossimi passi saranno quelli di introdurre degli abbonamenti - visto che il bucato è un'incombenza regolare -, o delle offerte particolari, magari in periodo di esami...pensando alla nostra realtà concreta di studenti!".
Camilla Luzzani