Ticino e Grigioni

CCL architetti, fumata nera

I progettisti, così come gli ingegneri, hanno respinto la proposta dell'ASIAT. Tre i punti contestati

  • 5 maggio 2017, 20:02
  • 23 novembre, 05:48
Ancora nulla di fatto

Ancora nulla di fatto

  • ©Ti-Press

“Un CCL serve a migliorare le condizioni di lavoro di un settore, non a mettere nero su bianco e legittimare un degrado che andrebbe invece corretto”. Con queste parole i sindacati UNIA e OCST hanno commentato la battuta d’arresto sul contratto collettivo di lavoro per architetti e ingegneri. I lavoratori del settore, riuniti giovedì sera in assemblea, hanno infatti respinto all’unanimità la proposta dell'ASIAT, l'associazione degli studi d'Ingegneria e architettura ticinesi.

Tre i punti contestati: l’orario, che deve essere di 40 e non di 45 ore settimanali, la parificazione salariali tra architetti e ingegneri e una maggior regolamentazione degli stage, che non devono essere uno strumento di abuso.

“Il settore è sotto forte pressione e subisce la concorrenza sleale della manodopera a basso costo proveniente dall’estero. Speriamo che per il primo gennaio 2018 possa finalmente entrare in vigore il CCL” ha commentato Igor Cima di UNIA.

Una risposta alle rivendicazioni è attesa per fine mese, quando l’ASIAT si riunirà in assemblea. Nel frattempo un po’ di pressione arriva anche dalla politica: “In Gran Consiglio è stato deciso che tutti coloro che ricevono sussidi o finanziamenti pubblici devono dotarsi di un CCL, di conseguenza anche in questo settore bisognerà dotarsi di questo strumento” ha sottolineato Giorgio Fonio, sindacalista OCST e deputato.

CSI/dielle

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