Ci sono voluti una ventina e più di volontari del Care Team Ticino per ascoltare, assistere, consigliare, iniziare a elaborare in queste settimane una tragedia al di là di ogni comprensione per le sue dimensioni: l’alluvione che ha investito la Vallemaggia nella notte tra il 29 e il 30 giugno scorso.
Sabina Beffa, che dirige l’Ufficio cantonale dell’aiuto e della protezione, spiega che l’aiuto offerto dal nutrito gruppo di specialisti è iniziato “verso persone che avevano avuto una perdita diretta di persone, di cose, di case, di abitazioni, come anche però a tutta una popolazione di residenti, di turisti che erano lì e che quindi hanno vissuto in maniera più o meno vicina gli effetti di questo maltempo che è stato assolutamente devastante”.
Una devastazione che ha ferito il territorio come anche la psiche di chi lassù vive, lavora o è di passaggio. Col passare dei giorni i volontari del servizio cantonale hanno capito che i sette giorni di servizio normalmente necessari per aiutare le vittime dalle prime ore di un evento traumatico non sarebbero bastati, e si è arrivati così a due settimane. L’intervento è durato più giorni, riferisce la direttrice dell’Ufficio cantonale dell’aiuto e della protezione, perché gli effetti dell’evento si sono manifestati nei giorni successivi, perché è stato necessario verificare anche chi e in che modo fosse stato toccato dall’evento. Le richieste, è chiaro, non sono arrivate tutte dopo la notte di maltempo e il passare dei giorni è stato utile anche alle squadre di supporto per fare valutazioni sul tipo di bisogni che emergevano.
Aiuto funzionale in tempi ristretti
La popolazione era a conoscenza dell’intervento dei cosiddetti “caregiver” che si sono dimostrati una presenza rimasta discreta e sparsa nelle valli, pronta all’intervento immediato in caso di richiesta. I volontari della prima ora se ne stanno andando, è questione di ore. E se qualcuno manifestasse il bisogno di più tempo per elaborare la sofferenza? “Perché così poco?” spiega Beffa, “Perché si tratta appunto di un intervento che viene fatto nell’immediato e in tempi ristretti, dopo che l’evento è avvenuto con il relativo potenziale trauma. La sua efficacia si evidenzia proprio in questi tempi ristretti. Se le difficoltà o malesseri dovessero apparire o sorgere nei giorni successivi, sono altri tipi di aiuti che bisogna andare ad attivare e ricercare”. E il riferimento è a quegli
aiuti medico sociali presenti sul territorio in grado di accompagnare e garantire nel tempo un eventuale presa a carico.