Ticino e Grigioni

Caro Corriere, tu ci stupisci

Caso Argo1, Falò risponde alle speculazioni del quotidiano di Muzzano osservando che...

  • 18 ottobre 2017, 15:54
  • 23 novembre, 03:55
Argo1, c'è chi sbaglia bersaglio

Argo1, c'è chi sbaglia bersaglio

  • ©Tipress

Sono due giorni che la principale preoccupazione del Corriere del Ticino sembra essere il lavoro di Falò. Il giornale sembra interrogarsi su come abbiamo condotto l’inchiesta ARGO1, in relazione all’attendibilità delle nostre fonti. Il fatto ci lusinga e ci stupisce.

Ci lusinga perché pensavamo che negli ultimi due giorni ci fossero delle notizie più importanti che meritassero il titolo d’apertura del principale quotidiano ticinese. Limitandoci al caso Argo1: la decisione della commissione della gestione di chiedere l’istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta. Ci stupisce perché visto che il tema degli articoli riguarda il nostro modo di lavorare ci saremmo almeno aspettati una telefonata, come avviene solitamente in questi casi almeno per verifica. Se la chiamata fosse arrivata avremmo potuto evitare agli amici del Corriere di pubblicare alcune inesattezze relative in particolare all’identità delle nostre fonti e alla loro attendibilità. Ciò non è accaduto e così ieri è toccato alla Magistratura smentire il CdT (fatto neppure citato dal quotidiano di Muzzano) confermandoci l’attendibilità del teste Mario Morini, tanto più che dichiarazioni analoghe alle sue sono state rilasciate da altre 7 persone.

In merito alle speculazioni pubblicate sull’edizione di oggi, mercoledì – Falò cassa di risonanza degli infiltrati di Unia che ci avrebbero fornito documenti fondamentali – avremmo potuto spiegare al Corriere almeno altri due fatti: il signor A. C. - di cui il Corriere fa inspiegabilmente il nome, manco fosse un delinquente, tanto più che ci risulta essere un serio professionista - non ha svolto nessun ruolo rilevante nell’inchiesta condotta da Falò su Argo1; UNIA invece si esprime per voce del sindacalista Oswaldo Formato che fa parte delle persone intervistate nell’inchiesta, come normale vista la natura delle irregolarità emerse e mai smentite, durante la gestione di Argo1: dumping, pagamenti in nero, orari di lavoro contraffatti. A questo punto, non siamo più soltanto lusingati o stupiti, ma da giornalisti diventiamo anche curiosi: chissà se nell’edizione di domani il Corriere indovinerà almeno una delle 20 fonti - non tutte, diamo un aiutino, di carattere sindacale – cui abbiamo attinto prima di pubblicare la nostra inchiesta?

Mi permetto di suggerire ai colleghi di non telefonarci per chiederci la loro identità, perché le fonti sono sacre e non si rivelano neanche sotto tortura. Ma almeno questo forse il CdT lo sa ?

Roberto Bottini - Responsabile di Falò

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