Decine di persone si sono riunite domenica a Carona per cercare soluzioni che possano evitare la chiusura della piscina pubblica, prevista per il 2025. L’incontro, promosso da XCarona e da altre associazioni locali, ha portato all’avvio di un crowdfunding per trovare i soldi necessari alla manutenzione della struttura, con l’obiettivo di mantenerla aperta come servizio pubblico per la comunità.
La chiusura della piscina è strettamente legata al progetto di glamping promosso dal Touring Club Svizzero (TCS), al centro di critiche per l’impatto sul quartiere collinare e per l’aumento dei costi. “Si è passati dai 7 milioni iniziali a 16,5 milioni, con un evidente vantaggio per il privato rispetto al pubblico”, ha dichiarato Nicola Morellato, dell’associazione XCarona. Anche Cornelia Deubner-Marty, presidente di ProCarona, si è opposta: “Vogliamo davvero tutto questo turismo insostenibile nel piccolo paese di Carona? Parliamo di oltre 15’000 pernottamenti all’anno, più traffico, più parcheggi. Si tratta di un borgo antico che rischia di perdere la sua identità”.
Molte perosne ritengono che i vantaggi derivanti dai milioni investiti per il progetto non siano a favore della cittadinanza ma dei privati
Badaracco: “Un progetto strategico per l’intera regione”
Il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco ha risposto alle accuse, negando che si tratti di un ricatto: “Non lo è, lo abbiamo detto chiaramente fin dall’inizio. Senza il progetto avremmo rischiato di chiudere la piscina fino all’arrivo di una nuova proposta”.
Il municipale della Città ha difeso il partenariato pubblico-privato, spiegando che il progetto è stato rivisto proprio per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini: “Abbiamo ridotto i costi a 10 milioni, di cui 6 del TCS, e 2/3 dell’area rimarranno pubblici. È un progetto strategico per promuovere turismo e tempo libero nella regione, non si tratta solo di riaprire una piscina”.
Sul crowdfunding lanciato dai cittadini, il vicesindaco si è mostrato critico: “Sono solo cerotti. Serve un intervento completo per rinnovare la struttura e rilanciare l’intera area”.
Una polemica che dura anni
La questione della piscina di Carona è iniziata dopo l’aggregazione del Comune con Lugano nel 2013, quando è stato proposto il progetto di glamping del TCS, che prevede la costruzione di 32 casette per un campeggio di alto standing.
La polemica è esplosa con l’annuncio, lo scorso ottobre, del Municipio di Lugano intenzionato a chiudere la piscina nel 2025 per gli alti costi di gestione e manutenzione, mentre tre ricorsi pendono ancora al Consiglio di Stato. Le tensioni sono aumentate per l’incertezza sul futuro della piscina, considerata un servizio pubblico essenziale da molti cittadini.
Carona prova a salvare la sua piscina
Il Quotidiano 24.11.2024, 19:00