Caso Bomio, l’ombra dell’estorsione

Sugli abusi alla Società Nuoto Bellinzona torna a spuntare l’ombra dell’estorsione. Nel mirino della magistratura è finito di nuovo il giovane che, assieme alla madre, una decina d’anni fa aveva già ricattato l’ex-presidente della SNB. In cambio del silenzio – ricordiamo - i due gli avevano spillato 200mila franchi; cosa poi valsa loro l’apertura di un procedimento penale. E Flavio Bomio, come detto, potrebbe non essere stato l’unico bersaglio dell’ex-atleta.

Stavolta i fatti sarebbero avvenuti dopo il suo arresto. Una volta scoppiato lo scandalo, il ragazzo avrebbe infatti provato a spremere anche uno dei docenti che avevano militato nella Nuoto. L’insegnante in questione è uno dei due contro cui le autorità cantonali hanno avviato un procedimento amministrativo, per capire se e quanto sapessero degli abusi in atto. Uno dei quattro già scagionati nel frattempo dalla procura, che ha escluso l’ipotesi di favoreggiamento.

Il giovane gli avrebbe chiesto 20mila franchi, ma lui si sarebbe rifiutato di darglieli. Questo stando almeno alle dichiarazioni rese a verbale dallo stesso docente. L’ex-nuotatore, difeso dall’avvocato Pietro Simona, nega però ogni addebito: “Non è vero. Mi limitai a dirgli che ero a corto di soldi, nulla di più” – ha spiegato al procuratore pubblico Amos Pagnamenta. Gli accertamenti sono in corso. Al magistrato il difficile compito di stabilire cosa sia successo.

Intanto si è sempre in attesa del processo a carico di Bomio, rinviato a giudizio agli inizi di febbraio. La data del dibattimento alle Assise Criminali, che sarà presieduto dal giudice Marco Villa, non è ancora stata fissata.

Francesco Lepori