Dalla passata notte la sbarra al valico di Ponte Cremenaga, per citare uno dei tre punti doganali secondari interessati dalla misura varata dalla Confederazione sei mesi fa, non si è più abbassata. I sindaci italiani di frontiera attendono il rapporto delle autorità svizzere per capire i risultati di questa chiusura, che ha provocato addirittura una protesta di massa sul ponte doganale la prima sera del provvedimento.
C'è il timore che la chiusura, almeno su Cremenaga, possa riprendere. Che possa andare avanti in un periodo invernale dove l'unica strada percorribile dai frontalieri che fanno turni serali, in mancanza di quel punto di accesso, è la vecchia Sp61 che da Ponte Tresa porta a Luino ed alla Valcuvia via Cremenaga. Una strada che d'inverno è considerata pericolosa dopo una certa ora, con le note vicende che riguardano gli smottamenti del versante montano, buia, ghiacciata.
Insomma, la "via ticinese", sarebbe preferibile, considerato, lo hanno detto gli stessi sindaci, che la misura d'estate non ha provocato grossi disagi.
sdr