Il processo rischia di essere nuovamente aggiornato. L’avvocato difensore Clarissa Indemini ha sollevato, infatti, dubbi sul grado di scemata responsabilità dell’imputato che, nel giugno del 2016 con la sua vettura, aveva sfondato l’entrata del pronto soccorso dell’Ospedale Civico di Lugano in preda a un delirio, convinto che qualcuno l'avesse avvelenato. Perplessità che potrebbero indurre la Corte a riaprire la fase dibattimentale per esaminare le valutazioni della perita.
L'accusa, mercoledì mattina, aveva chiesto una pena di cinque anni, sospesa a favore di un trattamento stazionario. Dal canto suo, la difesa ha invocato il proscioglimento dal reato principale di tentato omicidio plurimo per dolo eventuale, accettando il trattamento che, però, può essere ordinato solo a una persona riconosciuta colpevole e non a un innocente.
Sarà, quindi, la Corte a decidere se sussistono elementi sufficienti per emettere la sentenza o se sarà necessario riaprire il dibattimento.
CSI/AnP
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