Le banche dovrebbero fare di più per sostenere la transizione energetica? Claudio Zali non ha dubbi. “Il finanziamento della transizione energetica non può passare solo dall’ente pubblico e dal privato”, ha dichiarato il consigliere di Stato ai microfoni della RSI, a margine della conferenza stampa del Dipartimento del territorio (DT) sul Piano Energetico e Climatico Cantonale (PECC).
“Le banche nel settore immobiliare sono un partner imprescindibile”, ha proseguito il capo del DT. “Nessuno acquista una casa pagandola in contanti e quindi occorre una maggiore flessibilità quando il cittadino viene a chiedere un aumento di credito, un piccolo aumento di ipoteca per migliorare gli aspetti energetici e ambientali della propria abitazione. Ecco che se si comincia a ragionare nei consueti termini di sostenibilità del prestito, occorrono nuove cartelle ipotecarie, il cittadino arretra perché si scontra con una burocrazia che percepisce come eccessiva in confronto, ad esempio, con la possibilità di acquistare un veicolo in leasing”.
La risposta dell’Associazione bancaria ticinese
“Affermazioni un po’ forti”, risponde Franco Citterio, direttore dell’Associazione bancaria ticinese (ABT), ai microfoni della RSI. “Le banche da anni si sono avvicinate al tema, anche prima di quelli che erano i messaggi cantonali. E la stessa direttiva dell’Associazione svizzera dei banchieri ha preparato già negli anni scorsi una sorta di autodisciplina che invita le banche a essere attive anche a livello cantonale. Ci siamo messi, come associazione, a contattare le banche che fanno ipoteche, a essere sensibili su questi temi”.
Ma allora perché è più facile comprare un’auto in leasing che ottenere dei fondi per installare, ad esempio, una termo pompa in leasing? “Il leasing è un altro tipo di contratto”, sottolinea Citterio. “Non è un prestito ipotecario e quindi è anche più facile nell’eventualità poter rimborsare la banca vendendo l’oggetto. Per uno stabile, questo tipo di spese sono un po’ più complesse e credo anche da un punto di vista economico, con i sussidi pubblici previsti. Credo che la preoccupazione di finanziare questi investimenti sia già parecchio coperta. Non credo che sia il ruolo della banca di regalare soldi. È compito della banca consigliare il cliente e far capire qual è il valore a lungo termine del proprio oggetto, quindi facendo questo tipo di investimenti non solo si risparmia energia e quindi si risparmiano soldi, ma si aumenta anche il valore dell’oggetto. Credo che questo sia il ruolo della banca e del consulente nei confronti del cliente”.
In merito a possibili margini di manovra per semplificare le procedure, Citterio spiega di non poter “entrare nel merito di singole procedure seguite da una banca piuttosto che l’altra. Ci sono sicuramente dei termini da tener presenti non soltanto nell’ottenimento di questi finanziamenti, ma anche di quelle che sono le norme imposte dalla FINMA, che, comunque, impone che ad ogni aumento di credito ipotecario si faccia un calcolo non soltanto del valore dell’immobile ma anche di tutta la tenuta oneri del cliente”.
“Non è abbastanza – conclude il direttore dell’ABT – da un punto di vista bancario, che ci sia la buona idea di aggiungere dei pannelli o rifare delle pareti ma deve esserci evidentemente anche una certa garanzia del pagamento degli interessi e del pagamento degli ammortamenti. Queste procedure comunque hanno una certa durata, non si può risolverla in pochi minuti. Però lo sforzo e l’intenzione c’è da parte degli istituti di andare incontro e di seguire questo importante trend in cui tutti crediamo”.