Un'iniziativa parlamentare che chiede l'aumento delle pene minime per gli stupratori affinché non possano più beneficiare della sospensione condizionale è stata approvata venerdì dal Consiglio Nazionale. Il testo, depositato dall'ex deputata UDC Natalie Rickli, prevede l'aumento della condanna minima da uno a tre anni di carcere.
Non si tratta di un'iniziativa estemporanea: in Parlamento è in atto una più ampia revisione delle pene riguardanti i reati sessuali.
Tra le modifiche in discussione: quattro atti parlamentari depositati nei giorni scorsi da Greta Gysin, consigliera nazionale dei Verdi e da Marina Carobbio, consigliera agli Stati socialista. Due mozioni, in particolare, chiedono di modificare o abolire l'articolo del Codice penale relativo all'omicidio passionale.
Per le due deputate, c'è un problema di lingua da risolvere, e nel mirino c'è l'articolo 113, che parla di omicidio "passionale". Il problema, dicono, non è il suo contenuto, ovvero l'attenuante specifica per aver ceduto a eccessiva passione, ma il termine stesso.
"Questa definizione viene utilizzata anche nei media e andrebbe corretta - spiega Carobbio ai microfoni della RSI - e sostituita con una formulazione neutra, come nella Svizzera tedesca".
Secondo le consigliere, la società rischia di percepire in modo distorto il concetto che porta con se il termine passionale. Le deputate chiedono quindi di cambiare il titolo dell'articolo, o anche ad abolirlo, visto che la stessa attenuante si trova anche in un altro articolo del codice penale.
A sostenerle: praticamente tutte le consigliere nazionali italofone e francofone, e anche agli Stati si rilevano diversi consensi.
Tra le voci critiche, invece, quella dell'avvocato PLR e consigliere agli Stati Philippe Bauer: "È un articolo applicato pochissimo dai tribunali perché non solo bisogna agire sotto l'influsso della passione, ma la passione stessa deve essere 'scusabile', e un delitto non è mai tale. Che si tratti di un uomo o di una donna. Non trovo quindi opportuno legare alla lotta contro la violenza sulle donne. Si può cambiare una parola ma l'importante è il contenuto. Modificare il titolo e nient'altro non ha alcun senso".
"La componente della lingua nella lotta al femminicidio e al sessismo è importante", controbatte Gysin.
In Svizzera, aggiunge Carobbio, gli omicidi contro le donne sono sette volte superiori di numero a quelli contro gli uomini. Inoltre la Confederazione ha sottoscritto una convenzione internazionale che considera l'uccisione di un compagno, di una compagna o di un'ex, un'aggravante. Come si muoverà il Governo per attuare la convenzione? La domanda è stata posta all'esecutivo con un'interpellanza.