Ticino e Grigioni

Covid, Merlani: "Casi aumentano, serve prudenza"

Il medico cantonale ticinese: “Prematuro dire se ci sarà un incremento dei ricoveri ma l'entità potrebbe essere sottostimata. Nuovo richiamo? Servono vaccini adattati”

  • 1 luglio 2022, 18:00
  • 20 novembre, 15:35
Il medico cantonale Giorgio Merlani

Il medico cantonale Giorgio Merlani

  • Ti Press
Di: Joe Pieracci 

Il numero di infezioni da coronavirus segna un nuovo aumento in Svizzera, ma stando al Consiglio federale per ora non si delinea un sovraccarico del sistema sanitario. I motivi di questo rialzo dei casi, spiega alla RSI il medico cantonale ticinese Giorgio Merlani, sono legati alla mobilità delle persone in assenza di misure di contenimento e alla comparsa di nuove varianti. Troppo presto, aggiunge Merlani, per dire se ci sarà un aumento delle ospedalizzazioni anche se - ricorda - si registra un ritardo tra casi censiti e ricoveri e quindi l'entità potrebbe essere sottostimata:

Con circa 5’000 casi al giorno (+34%) in Svizzera si sta andando verso una sesta ondata?

“Pur evitando il termine di prima, seconda, quinta o sesta ondata è innegabile che si stia andando verso un nuovo e importante aumento dei casi non solo in Svizzera, ma anche nel resto dei Paesi europei a noi confinanti. La causa è legata a una mobilità ormai normale di persone, in totale assenza di misure di contenimento, unita alla circolazione di nuove varianti del sottotipo di Omicron conosciuto a Natale. Attualmente, le varianti predominanti in circolazione sono le versioni BA4 e BA5, che oltre che essere molto contagiose sono almeno in parte immunoevasive, ossia si trasmettono bene anche nelle persone integralmente vaccinate o che hanno già avuto infezioni pregresse con altre varianti, Omicron compresa.

Più difficile stimare l’impatto in termini di ospedalizzazioni. Alle nostre latitudini è prematuro dire se l’aumento dei casi porterà a un aumento corrispondente di ospedalizzazioni. Quello che si può notare è che in Ticino i casi ospedalizzati sono risaliti, ma registrando sempre un ritardo tra i casi recensiti e gli ospedalizzati l’entità potrebbe ancora essere sottostimata. Se si osservano i Paesi a noi vicini che hanno presentato prima di noi un aumento dei casi estivi, l’aumento dei casi in alcuni Paesi ha prodotto un aumento corrispondente di ospedalizzazioni e di decessi, come ad esempio il Portogallo, mentre in altri Paesi meno.

Un richiamo quindi a una certa prudenza in generale è sicuramente opportuno: l’uso della mascherina negli spazi chiusi, soprattutto per le persone vulnerabili, sottoporsi quanto prima al test in caso di sintomi sospetti ed evitare assembramenti e contatti con persone fragili se si hanno sintomi restano sicuramente misure appropriate da attuare”.

Secondo lei, per l’autunno, sarebbe meglio andare verso un secondo richiamo per tutti?

“Sì e no. Nel senso che sicuramente il vaccino ha dimostrato di essere un’arma efficace nel ridurre l’impatto dei decorsi gravi della malattia e ha nettamente ridotto ospedalizzazioni e decessi. La protezione calante attuale non è solo dovuta a un problema di immunità verso il vaccino, ma anche alla variante in questo momento circolante che poco risponde ai vaccini attualmente a disposizione. Quindi un’ulteriore vaccinazione adesso sarebbe solo parzialmente una soluzione, mentre è necessario procedere rapidamente con ulteriori vaccinazioni prima della stagione fredda, idealmente però con dei nuovi vaccini adattati alle nuove varianti circolanti”.

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  • Keystone

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