Il numero di infezioni da coronavirus segna un nuovo aumento in Svizzera, ma stando al Consiglio federale per ora non si delinea un sovraccarico del sistema sanitario. I motivi di questo rialzo dei casi, spiega alla RSI il medico cantonale ticinese Giorgio Merlani, sono legati alla mobilità delle persone in assenza di misure di contenimento e alla comparsa di nuove varianti. Troppo presto, aggiunge Merlani, per dire se ci sarà un aumento delle ospedalizzazioni anche se - ricorda - si registra un ritardo tra casi censiti e ricoveri e quindi l'entità potrebbe essere sottostimata:
Con circa 5’000 casi al giorno (+34%) in Svizzera si sta andando verso una sesta ondata?
“Pur evitando il termine di prima, seconda, quinta o sesta ondata è innegabile che si stia andando verso un nuovo e importante aumento dei casi non solo in Svizzera, ma anche nel resto dei Paesi europei a noi confinanti. La causa è legata a una mobilità ormai normale di persone, in totale assenza di misure di contenimento, unita alla circolazione di nuove varianti del sottotipo di Omicron conosciuto a Natale. Attualmente, le varianti predominanti in circolazione sono le versioni BA4 e BA5, che oltre che essere molto contagiose sono almeno in parte immunoevasive, ossia si trasmettono bene anche nelle persone integralmente vaccinate o che hanno già avuto infezioni pregresse con altre varianti, Omicron compresa.
Più difficile stimare l’impatto in termini di ospedalizzazioni. Alle nostre latitudini è prematuro dire se l’aumento dei casi porterà a un aumento corrispondente di ospedalizzazioni. Quello che si può notare è che in Ticino i casi ospedalizzati sono risaliti, ma registrando sempre un ritardo tra i casi recensiti e gli ospedalizzati l’entità potrebbe ancora essere sottostimata. Se si osservano i Paesi a noi vicini che hanno presentato prima di noi un aumento dei casi estivi, l’aumento dei casi in alcuni Paesi ha prodotto un aumento corrispondente di ospedalizzazioni e di decessi, come ad esempio il Portogallo, mentre in altri Paesi meno.
Un richiamo quindi a una certa prudenza in generale è sicuramente opportuno: l’uso della mascherina negli spazi chiusi, soprattutto per le persone vulnerabili, sottoporsi quanto prima al test in caso di sintomi sospetti ed evitare assembramenti e contatti con persone fragili se si hanno sintomi restano sicuramente misure appropriate da attuare”.
Secondo lei, per l’autunno, sarebbe meglio andare verso un secondo richiamo per tutti?
“Sì e no. Nel senso che sicuramente il vaccino ha dimostrato di essere un’arma efficace nel ridurre l’impatto dei decorsi gravi della malattia e ha nettamente ridotto ospedalizzazioni e decessi. La protezione calante attuale non è solo dovuta a un problema di immunità verso il vaccino, ma anche alla variante in questo momento circolante che poco risponde ai vaccini attualmente a disposizione. Quindi un’ulteriore vaccinazione adesso sarebbe solo parzialmente una soluzione, mentre è necessario procedere rapidamente con ulteriori vaccinazioni prima della stagione fredda, idealmente però con dei nuovi vaccini adattati alle nuove varianti circolanti”.
Covid, negli ospedali grigionesi torna la mascherina
Il Quotidiano 30.06.2022, 21:00
Covid-19: forte aumento dei casi in Svizzera
SEIDISERA 14.06.2022, 20:17
Contenuto audio