Ticino e Grigioni

Covid, come funziona la quarantena?

Con l’aumento dei contagi in Svizzera, è fondamentale osservarla, ma con quali modalità? Le spiegazioni del medico cantonale ticinese Giorgio Merlani

  • 22 ottobre 2020, 13:05
  • Ieri, 18:19
02:26

Come funziona la quarantena

Il Quotidiano 21.10.2020, 21:00

Di: Quotidiano-BR/ludoC 

Aumentano i casi di nuovo coronavirus in Svizzera e il tracciamento dei contatti è messo a dura prova in tutti i cantoni. Una situazione che rende fondamentale il rispetto della quarantena. Ma con quali modalità? Domanda che abbiamo sottoposto al medico cantonale ticinese, Giorgio Merlani, per fare un po’ di chiarezza.

Quando si entra in contatto con un positivo

Facciamo prima un esempio concreto: Francesca lavora in un ufficio con altre persone e un suo collega risulta positivo al nuovo coronavirus. Grazie al tracciamento dei contatti, viene informata ed è tenuta a stare a casa. “Da quel momento lei va in quarantena: non deve più avere contatti con nessuno, idealmente neanche con la famiglia – ci spiega Giorgio Merlani –, neanche coi figli anche se posso immaginare che non è una cosa facile da gestire. Deve osservare il suo stato di salute; non deve andare a lavorare o a scuola e non deve avere vita sociale”.

Questi comportamenti vanno mantenuti per 10 giorni. Francesca, tuttavia, vive con il marito e due figli in età scolastica: come si devono comportare? Si possono recare al lavoro o in classe o devono osservare anche loro una quarantena? No, ci risponde il medico cantonale ticinese: “Il contatto di un contatto non va in quarantena”. Francesca, che è stata a contatto con un caso positivo, dovrà effettuare il test solo se dovesse manifestare i sintomi della malattia; se il test risulta positivo e lei non ha rispettato le distanze, allora anche i famigliari dovranno essere posti in quarantena.

Francesca sarà però sottoposta al tampone solo nel momento in cui dovesse manifestare dei sintomi. Se il test risulta positivo, e Francesca non ha rispettato le distanze, anche i famigliari dovranno osservare la quarantena. Se tuttavia lei è rimasta separata da marito e figli anche nelle 48 ore che precedono i sintomi, allora nessuno dovrà osservarla.

E se è il medico che ci chiede di fare il test?

Diversa è la situazione di una persona che ha dei sintomi sospetti e che viene inviata dal proprio medico a fare il test: da quel momento dovrà mettersi in isolamento; fino alla prova contraria del test, sarà considerato come un soggetto positivo. Questo poiché ormai, sottolinea Merlani, “il 25% dei test che effettuiamo dà esito positivo: una persona su quattro di quelle che manifestano sintomi ha realmente contratto il virus”.

Un caso su tre di contagio avviene in famiglia. Mantenersi isolati da chi vive sotto lo stesso tetto non è cosa semplice, ma sembra essere un punto fondamentale. Le indicazioni sono quindi di, se possibile, stare in ambienti separati, dormire da soli, mangiare in momenti diversi dagli altri. Sacrifici che possono fare la differenza.

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