Dal mese di marzo le banche possono iniziare a recuperare parte dei prestiti Covid concessi alle imprese per far fronte alla crisi, nei tempi stabiliti (insieme ai tassi di interesse e agli altri aspetti procedurali) dal Consiglio federale già nella primavera del 2020. Le prime lettere da parte di alcuni istituti bancari sono già arrivate a diversi imprenditori. "Sta iniziando il periodo per un ammortamento obbligatorio di questi debiti", conferma Franco Citterio, presidente dell'Associazione bancaria ticinese.
I crediti Covid concessi in Svizzera
Ma come sappiamo, il ritorno alla normalità per alcuni è più lento e difficile che per altri. Ci sono giunte diverse testimonianze di piccoli imprenditori che non dispongono in questo momento di liquidità per poter ripagare il prestito. Una di queste è quella di Luca Moretti: "Credit Suisse e UBS mi hanno mandato una lettera dicendomi che entro il 30 di marzo devo cominciare a pagare una prima rata", racconta. Per lui la richiesta arriva "troppo presto". Quando i prestiti erano stati erogati, sostiene, "non era stato detto che bisognava fare in questo modo (...) c'erano 8 anni e io i soldi avrei potuto darli anche tutti alla fine". E al di là di questo "il problema non è ancora finito, l'economia è a terra" anche perché i mesi migliori "ce li hanno rovinati" per poi arrivare con il "liberi tutti" nei mesi in cui l'attività già di suo è più lenta.
SEIDISERA 18.00 del 05.03.2022 Il servizio di Camilla Luzzani con Franco Citterio
RSI Info 05.03.2022, 19:00
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"Modalità e tempi sono stabiliti dall'ordinanza (federale) in materia abbastanza precisa", replica indirettamente Citterio, ma "è vero che rimane un certo margine per la banca per considerare la situazione dell'impresa". Quindi "si cerca di stabilire un piano che tenga conto del momento e delle differenze fra un settore e l'altro". Le imprese sono quindi "chiamate a un dialogo con la banca per stabilire insieme una modalità ragionevole per entrambe le parti".
Già ora risultano rimborsati 4,6 miliardi di franchi, il 28% del totale concesso. Chi non dovesse essere in grado di pagare finirà in un sistema di società di fideiussione incaricate di incassare o comunque gestire "i crediti non più esigibili", i "casi più problematici che ammontano attualmente a 350 milioni".