Un piccolo branco di stambecchi bruca tra i massi, incurante della nostra presenza, a nemmeno una ventina di metri di distanza. La “vedetta” del gruppo ci osserva sorniona, forse incuriosita dal nostro procedere incerto nell’instabile sassaia a circa 2’500 metri di altitudine, sopra il Lago di Cara. D’altronde, sugli impervi versanti del Pizzo Massari, privi di sentieri e con bandita di caccia, di umani non se ne incontrano spesso. Chissà però che le cose non cambino fra qualche anno: un cantiere potrebbe vedere la luce proprio nel mezzo di quest’area naturale incontaminata. Quattro piloni sopra le nostre teste, sui pendii che sovrastano Ambrì, altri quattro poi giù verso Fusio, per sorreggere una linea funiviaria che mira a realizzare entro il 2031 un’idea di cui si discute da decenni: collegare la Lavizzara con la Leventina, offrendo uno sbocco a nord all’alta Vallemaggia.
Un sogno da 33 milioni di franchi, ma per chi?
Il progetto era stato presentato dal Dipartimento del territorio (DT) in una conferenza stampa nell’ottobre 2022: 8,1 chilometri di tracciato, per un investimento preventivato di circa 33 milioni di franchi (con un margine del +/- 30%), che permetterebbero di spostarsi tra le due località dell’alto Ticino in soli 18 minuti. Attualmente in auto si impiegherebbero circa due ore, coi trasporti pubblici oltre tre e mezza. Ma a chi e quanti servirebbe un tale collegamento tra due regioni periferiche?
La zona più alta del tracciato, a 2570m: a sinistra si scende verso Fusio, a destra verso Ambrì
Guarda caso, la nostra lunga escursione in esplorazione della tratta dell’ipotizzato impianto a fune è iniziata proprio incontrando un’abitante dei monti sopra Ambrì (Cassin) alquanto perplessa sull’opportunità dell’opera e dall’entusiasmo delle autorità. Un’opinione condivisa da Aldo Maffioletti, già vicesindaco e municipale di Airolo: “Penso che questa funivia non abbia un grado di attrattiva tale da indurre qualcuno a domiciliarsi in Lavizzara”.
Una nuova funivia per spostarsi dall’Alta Vallemaggia alla Leventina: siete favorevoli o contrari a questo progetto?
Controcorrente 19.10.2022, 12:05
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Potremmo riuscire a raddoppiare la popolazione della Lavizzara e creare un nuovo dinamismo
Giacomo Garzoli, Presidente ERS-LVM
Attualmente nel Comune di Lavizzara sono domiciliate meno di 500 persone e per il Cantone e per l’Ente regionale per lo Sviluppo del Locarnese e Vallemaggia (ERS-LVM) l’opera sarebbe fondamentale per contrastare il calo demografico: “Siamo a un punto di non ritorno - spiega Giacomo Garzoli - le valli stanno morendo e un progetto del genere è l’unico che può provare a invertire la tendenza”. Secondo il presidente dell’ERS-LVM, grazie alla funivia e alle moderne possibilità offerte dal telelavoro, qualche cittadino potrebbe pensare di risiedere nella valle del Locarnese pur continuando a lavorare qualche giorno della settimana per esempio a Bellinzona, che dalla stazione ferroviaria di Ambrì sarebbe raggiungibile in un’ora.
L'imponente Pizzo Massari, a guardia della cresta dove è previsto il tracciato della funivia Fusio-Ambrì
Le ricadute turistiche
Seppure il collegamento rientri nel quadro del trasporto pubblico, la sua eventuale concretizzazione si rivelerebbe preziosa per il settore turistico, a beneficio anche della Leventina. “È un ottimo progetto - spiega Aris Tenconi, sindaco di Quinto - del quale il Comune e tutta l’alta Leventina hanno bisogno. Aria nuova che rafforza il turismo e l’indotto che ne deriva”. Grazie anche alla funicolare del Ritom, si potrebbero immaginare dei trekking di diversi giorni che portano dalla Valle di Blenio alla Valle Maggia.
I turisti potrebbero non fare più solo nord-sud, ma anche est-ovest
Aris Tenconi, Sindaco di Quinto
L’impatto ambientale
Il Dipartimento del territorio nel suo studio di fattibilità ha analizzato le ricadute socio-economiche del progetto, ma anche riflettuto sui rischi ambientali. Anche per questo si è scartata l’ipotesi di realizzare un collegamento stradale al quale si sarebbero opposti i movimenti ambientalisti e non solo. La funivia invece sembra non incontrare particolare opposizioni sotto il profilo dell’impatto ambientale: “Chiaro che per la biodiversità sarebbe meglio non fare niente - spiega Samantha Bourgoin, co-coordinatrice dei Verdi del Ticino - Il progetto va fatto il meno invasivo possibile, ma se vogliamo una società più sostenibile dobbiamo evitare di essere ipocriti. Permettiamo alle persone che hanno un lavoro nei servizi di vivere in una regione periferica ed essere in 18 minuti ad Ambrì”.
La nuova teleferica Rodi Fiesso - Fusio (1952)
RSI Info 18.04.2023, 11:40
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La deputata locarnese tuttavia, insieme a dodici altri granconsiglieri, con un’interrogazione aveva anche chiesto al Consiglio di Stato che il cantiere per la possibile futura funivia fosse correlato a quello per l’innalzamento per la diga del Sambuco. Peraltro già negli anni ‘50 una teleferica provvisoria tra Rodi-Fiesso e Fusio favorì la costruzione dell’impianto idroelettrico, ma per il Governo l’ipotesi di unificare le procedure pianificatorie non è immaginabile.
Accorpando i due progetti, uno avrebbe potuto rallentare l’altro, una cosa che non si vuole
Thomas Bühler, Dipartimento del territorio, capoarea Opere strategiche
Il Ticino può permettersi questo grande progetto?
Se i costi di realizzazione sono noti, non lo sono ancora quelli dell’operatività della struttura che fanno sorgere più di un dubbio in tempi di importanti ristrettezze finanziarie per le casse cantonali. Anche per questo, secondo Aldo Maffioletti, un investimento di questa portata sarebbe più opportuno farlo direttamente sul territorio, in particolare quello valmaggese, e non in questo impianto, anche perché “non ci sarebbe la massa” per sfruttare tutto l’anno la funivia Fusio-Ambrì.
Per Samantha Bourgoin tutto è relativo: piuttosto che spendere 30 milioni per lo svincolo autostradale di Sigirino che considera “non indispensabile”, “nel rispetto delle zone periferiche” quei soldi andrebbero investiti nell’alto Ticino. Un’opinione caldamente sottoscritta da Giacomo Garzoli, che considera la funivia come una rivendicazione politica: “L’innalzamento della diga del Sambuco corrisponde a un maggiore sfruttamento delle acque della Valle Maggia. La Vallemaggia sente che in cambio le torni politicamente qualcosa che faccia bene”.
Mentre a fine giornata riscendiamo a valle due stambecchi rispuntano a osservarci dalla cima del pizzo appena scalato. Quasi a volerci salutare, forse a lanciarci un messaggio sul terreno franoso: occhio alla stabilità.
Un mare di nebbia a ricoprire il fondovalle della Leventina
Quali sono i prossimi passi per la realizzazione?
In queste settimane è in allestimento un messaggio per il Gran Consiglio e se il credito dovesse venire approvato, il progetto di massima verrà concepito tra il 2024 e la prima metà del 2025. L’ipotetico cantiere vedrebbe poi la luce al più presto nel 2029 e dopo due anni di lavori la funivia potrebbe così infine entrare in funzione nel 2031.
Quanto costerebbe agli utenti?
Il Cantone non ha ancora stabilito l’eventuale tariffa per usufruire del servizio. Tuttavia, trattandosi di un’opera di trasporto pubblico e non di una funivia turistica, si ipotizzano dei prezzi in linea con quelli dei tradizionali mezzi di trasporto pubblici.
Quando sarebbe in servizio?
Secondo lo studio di fattibilità del Dipartimento del territorio, la funivia malgrado la sua lunghezza (diverrebbe una delle più lunghe al mondo) potrebbe riuscire a operare per circa 340 giorni all’anno. La stima è stata realizzata tenendo conto delle condizioni metereologiche che mediamente riguardano la zona: ad alta quota i venti possono infatti spesso rivelarsi molto forti.
Da Fusio ad Ambrì in funivia
Il Quotidiano 10.10.2023, 19:36