Entro fine settimana, presumibilmente venerdì, l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio ticinese (autorità di nomina) dovrebbe pronunciarsi sulle dimissioni di Mauro Ermani. La lettera del giudice è da ieri sul tavolo dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. La particolarità è che, invocando motivi medici, il magistrato classe 1962, ha chiesto che la sua uscita avvenga il prima possibile, anziché con il termine usuale di 6 mesi.
La risposta dovesse essere positiva, quale sarà il passo successivo? La RSI lo ha chiesto alla direttrice della Divisione cantonale della Giustizia: “Seguirà la comunicazione al Tribunale d’appello, dove qualsiasi giudice già nominato oggi al suo interno, potrà indicare, se desidera cambiare funzione ed entrare in funzione presso il Tribunale penale. Una volta stabilito se la funzione vacante sarà al Tribunale penale o in un’altra Camera del Tribunale d’appello, potrà uscire, tramite il Gran Consiglio, il concorso per l’elezione di un nuovo giudice del Tribunale d’appello”, spiega Frida Andreotti.
Nel frattempo al Tribunale penale cantonale restano operativi due giudici su cinque, a causa dei due destituiti un mese fa. Si aspetta una decisione sul ricorso pendente con la richiesta di effetto sospensivo o di reintegro. La direttrice della Divisione della giustizia stima in questo caso che possa arrivare entro fine mese.
La priorità in questo momento, ricorda Andreotti, va alle persone che attendono un giudizio in detenzione e alle sentenze già emesse che attendono la stesura delle motivazioni. Per aiutare nell’evasione di queste ultime ci si appoggia sui giudici a latere e sui cancellieri.
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