In Ticino la caccia al cinghiale, aperta oltre 30 anni fa, sarà estesa per ridurre il numero dei capi presenti. Malgrado nell'ultima stagione venatoria sia stato raggiunto un nuovo primato con 2'637 animali abbattuti (il doppio di un decennio fa) e nonostante numerosi prelievi notturni, la popolazione è in continuo aumento. Di conseguenza crescono i danni alle colture e alle proprietà nonché il rischio che possa diffondersi la peste suina africana.
Non è un paese per cinghiali
RSI Info 23.09.2020, 19:00
Lo ha reso noto il Dipartimento del territorio annunciando che da quest'anno la stagione venatoria (finora limitata al periodo invernale) si prolungherà sui mesi di giugno (in spazi aperti) e luglio (postazione fissa in bosco) successivi. La caccia sarà aperta unicamente a coloro che hanno acquistato una autorizzazione alla caccia invernale (fino al 25 novembre ci si può rivolgere alle cancellerie comunali, poi all'Ufficio caccia e pesca).
Caccia al cinghiale
Telegiornale 23.02.2019, 21:00
Dall'estinzione all'eccesso in 40 anni
Il cinghiale, scomparso dal territorio dell'attuale Ticino nel XVIII secolo, ha fatto ritorno poco più di 40 anni fa (la prima segnalazione ufficiale è del 1981 nel Malcantone). Dal 1985 la specie è considerata stanziale nel Malcantone, sulla sponda destra del Vedeggio e nel Gambarogno, dove nel 1988 è stata aperta per la prima volta la caccia. Negli anni successivi il cinghiale si è rapidamente diffuso verso est e nord, anche (si apprende dalla scheda informativa allestita dal Cantone) tramite lanci abusivi. Dal 2002 è insediato, in modo più o meno abbondante e omogeneo, in tutti i distretti del Ticino.